sabato 28 aprile 2018

Recensione: La bambina che guardava i treni partire - Ruperto Long

2018 Ikigai Book Challenge - Estrazione 15/04

 un libro a sfondo storico

Alcuni libri sono un pugno dritto nello stomaco, ma vanno assolutamente letti


Il romanzo che ha commosso il mondo
Un romanzo unico tratto da una storia vera
Francia, 1940. La guerra è ormai alle porte e i Wins, famiglia ebrea di origine polacca, rischiano di essere deportati. Alter, lo zio, è partito per la Polonia nel tentativo di salvare i suoi familiari, ma è stato preso e rinchiuso nel ghetto di Konskie. Il padre della piccola Charlotte vuole evitare che la sua famiglia subisca lo stesso destino, così si procura dei documenti falsi per raggiungere Parigi. Ma dopo soli quarantanove giorni si rende conto che la capitale non è più sicura e trasferisce tutti a Lione, sotto il governo collaborazionista di Vichy. Charlotte a volte esce di casa, e davanti ai binari guarda passare i treni carichi di ebrei deportati. Ben presto suo padre realizza che nemmeno Lione è il posto giusto per sfuggire alle persecuzioni e paga degli uomini affinché li aiutino a raggiungere la Svizzera. Un viaggio molto pericoloso, perché durante un incidente la famiglia Wins si troverà molto vicina alla linea nazista… Una fuga senza sosta, di città in città, per scampare al pericolo, sostenuta dalla volontà ferrea di un padre di salvare a tutti costi i propri cari. Ai vertici delle classifiche di vendita, vincitore del premio Libro de Oro, La bambina che guardava i treni partire ha commosso il mondo.



Ho una certa età, ma comunque faccio parte di una generazione fortunata, che ha conosciuto la guerra solo tramite i racconti dei propri nonni; libri come questi sono ciò che in maniera più efficace riesce a trasportarci nell'orrore di quegli anni.

Scrivere una recensione su un libro simile è sinceramente un'impresa, perché la narrazione, anche se inventata, è profondamente radicata su ricerche reali dell'autore su testimonianze di persone che nel loro piccolo hanno fatto la storia.
Viviamo insieme il viaggio di Charlotte e della sua famiglia, un viaggio che fino all'ultima pagina non sappiamo se li porterà alla libertà o alla fine terribile che hanno subito milioni di persone, viviamo con loro, soffriamo e speriamo assieme, nella strada incontriamo tante persone di entrambi gli schieramenti: terribili appartenenti ai nazisti e meravigliose che invece fanno tutto quello che in loro potere per poter aiutare i perseguitati.

“Ascoltammo le sue parole in religioso silenzio. E non ci azzardammo a fare nemmeno una domanda, nonostante i dubbi che ci assalivano. La maggior parte di quelle domande non aveva nemmeno una risposta, e lo sapevamo già. Avevamo una sola certezza: «Voglio che sappiate che non divideranno mai la nostra famiglia», ripeté mio padre.”
Il meccanismo letterario scelto secondo me è perfetto: presentare man mano i personaggi semplicemente in ordine cronologico dei fatti, facendoci capire cosa succede ad ognuno di loro durante l'arco temporale considerato, porta il lettore alla fine della storia avendo un quadro completo dei fatti e delle vite di ciascuno.
Sono così messi in evidenza i sentimenti contrastanti di tutti i tipi di persone che si sono trovati coinvolti da questo conflitto, chi credeva di poter far finta di niente ed andare avanti con la sua vita, in quanto non ebreo, chi vedeva il mondo andare in pezzi per colpa della sua religione o dei propri difetti fisici, che inizialmente combatte per ideali e poi si trova a sacrificare la propria esistenza per consentire che tutto questo incubo volga ad una fine, ciascuno il cui microcosmo è stravolto dagli eventi e che deve scegliere una parte da cui stare.

Quello che resta dopo averlo letto è sicuramente un forte senso di oppressione, di rabbia, di sconcerto per quanto l'uomo in passato sia riuscito a comportarsi in maniera aberrante...
ma è attraverso letture come queste che spero riusciremo a provare la vergogna necessaria affinché tali mostruosità non abbiano più luogo, e che soprattutto non ci consentano di sentirci liberi di dimenticare mai.




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