venerdì 29 marzo 2019

Recensione: Il Cavaliere d'Inverno - Paullina Simons

Buon pomeriggio lettori,

l'obiettivo comune per la challenge a cui sto partecipando per questo mese prevedeva la lettura di un libro a sfondo storico, per cui ho deciso di cimentarmi nella lettura di uno dei libri più osannati dalle altre partecipanti, cioè:




Leningrado, 1941. In una tranquilla sera d'estate Tatiana e Dasha, sorelle ma soprattutto grandi amiche, si stanno confidando i segreti del cuore, quando alla radio il generale Molotov annuncia che la Germania ha invaso la Russia. Uscita per fare scorta di cibo, Tatiana incontra Alexander, un giovane ufficiale dell'Armata Rossa che parla russo con un lieve accento. Tra loro scatta subito un'attrazione reciproca e irresistibile. Ma è un amore impossibile, che potrebbe distruggerli entrambi. Mentre un implacabile inverno e l'assedio nazista stringono la città in una morsa, riducendola allo stremo, Tatiana e Alexander trarranno la forza per affrontare mille avversità e sacrifici proprio dal legame segreto che li unisce.



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Si tratta di un bel "tomone" da cinquecento e passa pagine che, nel contesto attuale della mia vita familiare e lavorativa, si è rivelato veramente una piccola impresa personale portare fino in fondo.
Quello che mi è pesato di più, però, non è tanto il quantitativo di pagine (tenendo conto che ero appena uscita dalle ottocento della Clare), quanto l'ambientazione e la tematica: la storia d'amore tra Alexander e Tatiana si svolge a cavallo di quella che storicamente viene ricordata come "Operazione Barbarossa", e, cioè durante l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Germania nazista di Hitler... scontro tra titani dunque.
L'autrice ci trasporta totalmente in questo momento terrificante con tutto il suo bagaglio di dolore, fame e disperazione, durante il quale gli uomini smettono di comportarsi come tali ed tornano alla loro parte più primitiva ed animale.

Viviamo insieme a Tatiana gli stenti, il razionamento delle scorte sempre più esigue, la morte delle persone care e la lotta quotidiana per la sopravvivenza, mentre con Alexander, invece, condividiamo la sofferenza al fronte e le difficoltà dell'esercito.
E' un libro che ti lascia con un tale grumo di sofferenza per cui non ho ancora capito se avrò il coraggio di leggere i successivi o meno, di sicuro dovrò cercare di farlo in un momento personale un pochino più tranquillo...

In generale, comunque, mi è piaciuto, anche se non quanto mi aspettavo, visti i commenti super-positivi delle mie colleghe, probabilmente in quanto non condivido al 100% la scelta dei tempi fatta dall'autrice, cioè:
- un prima parte molto tosta per spiegare il contesto, che risulta però pesante (a mio avviso) alla lettura, in quanto sembra che gli eventi non prendano mai il via;
- una seconda parte troppo dettagliata sullo sviluppo della storia d'amore tra i protagonisti, con lunga descrizione della parte "dinamica" che, probabilmente perché sono un po' puritana io, ho trovato un filino esagerata in quel contesto;
- una parte finale in cui, invece, accadono tante cose in sequenza velocissima.

Voi lo avete letto? Siete tra gli entusiasti o la pensate come me? 
Fatemi sapere!!!




sabato 23 marzo 2019

Recensione: Te lo dico sottovoce - Lucrezia Scali

Buonasera Lettori,

oggi parliamo di un libro che ho letto a febbraio, di cui non ero ancora riuscita a dare le mie impressioni


Mia ha trent’anni, un passato che preferisce non ricordare e una famiglia da cui cerca di tenersi alla larga. Meglio stare lontano dalle frecciatine della sorella e da una madre invadente che le organizza appuntamenti al buio… Di notte sogna il principe azzurro, ma la mattina si sveglia accanto a Bubu, un meticcio con le orecchie cadenti e il pelo morbido. La sua passione sono gli animali e infatti, oltre a gestire una delle cliniche veterinarie più conosciute di Torino, Mia sta per realizzare un progetto a cui tiene moltissimo: restituire il sorriso ai bambini in ospedale attraverso la pet therapy. Il grande amore romantico, però, non sembra proprio voler arrivare nella sua vita. O almeno, così pensa Mia, prima di conoscere Alberto, un medico affascinante, e Diego, un ragazzo sfuggente che si è appena trasferito a Torino dalla Puglia. Cupido sta finalmente per scagliare la sua freccia: riuscirà a colpire la persona giusta per il cuore di Mia?


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Questo è uno di quei libri che prendo un po' alla cieca, quando sono in offerta a pochissimo e mi butto a testa bassa nello shopping selvaggio, per cui non avevo la più pallida idea della trama e non ne conoscevo nemmeno l'autrice. 

Entriamo a piccoli passi nella vita di Mia, trentenne, single, la quale vive da sola nella casa in cui è cresciuta, e nella quale i suoi nonni hanno passato tutta la loro vita; di professione è veterinaria, e coltiva il sogno di avvicinare i suoi amati animali a chi, secondo lei, potrebbe averne più bisogno: i piccoli malati.

La sua vita gira per intero attorno a questo, è completamente presa da questo obiettivo, aiutata anche dal fatto di avere vicino una famiglia a dir poco gelida, che non le ha mai fornito appoggio, ma semmai solo instillato dubbi ed insicurezza, che Mia cerca in ogni modo di frequentare. Un giorno, però, in questo rodato ingranaggio, fa il suo ingresso una persona completamente diversa da lei, Diego, il quale ha la straordinaria ed innata dote di darle sui nervi nel giro di pochi secondi.

Diego, col quale Mia sarà costretta a collaborare per lavoro, si rivela anche essere il suo vicino di casa nuovo di zecca, porterà delle variabili imprevedibili nella sua esistenza così metodica, e pian piano scaverà a suo modo in quella cortina che negli anni si era costruita tanto bene intorno a se stessa.

E' un libro carino, romantico e con un linguaggio scorrevole, ma devo ammettere che non mi ha soddisfatta: nonostante gli argomenti messi in tavola alla fine risultino molto poco leggeri, mi ha lasciata con un forte senso di incompiuto, come se mi aspettassi un "colpo da maestro" che poi non è mai arrivato...
Sapete quanto mi dia fastidio non poter lodare una storia, ma ogni tanto capita anche a me di non sentirmi in sintonia con storie che, comunque, non sono affatto scritte male; di certo proverò a leggere altri lavori della Scali che, comunque, secondo me, ha un ottimo potenziale 😊


giovedì 14 marzo 2019

Recensione: Isola di Neve - Valentina D'Urbano

Buongiorno lettori,
oggi vi parlo del motivo che mi rende felice di partecipare per il secondo anno consecutivo alla Book Challenge di Ikigai, cioè il fatto che partecipandovi scopro un sacco di piccoli capolavori che spesso e volentieri esulano dai miei generi preferiti, ma che risultano sempre essere meravigliose scoperte.
Questo mese invece di richiedere un obiettivo personale ho optato per la lettura di uno dei titoli indicati dalle organizzatrici:


Un'isola che sa proteggere. Ma anche ferire. Un amore indimenticabile sepolto dal tempo. 2004. A ventotto anni, Manuel si sente già al capolinea: un errore imperdonabile ha distrutto la sua vita e ricominciare sembra impossibile. L'unico suo rifugio è Novembre, l'isola dove abitavano i suoi nonni. Sperduta nel mar Tirreno insieme alla sua gemella, Santa Brigida - l'isoletta del vecchio carcere, abbandonato -, Novembre sembra il posto perfetto per stare da solo. Ma i suoi piani vengono sconvolti da Edith, una giovane tedesca stravagante, giunta sull'isola per risolvere un mistero vecchio di cinquant'anni: la storia di Andreas von Berger - violinista dal talento straordinario e ultimo detenuto del carcere di Santa Brigida - e della donna che, secondo Edith, ha nascosto il suo inestimabile violino. L'unico indizio che Edith e Manuel hanno è il nome di quella donna: Tempesta. 1952. A soli diciassette anni, Neve sa già cosa le riserva il futuro: una vita aspra e miserabile sull'isola di Novembre. Figlia di un padre violento e nullafacente, Neve è l'unica in grado di provvedere alla sua famiglia. Tutto cambia quando, un giorno, nel carcere di Santa Brigida viene trasferito uno straniero. La sua cella si affaccia su una piccola spiaggia bianca e isolata su cui è proibito attraccare. È proprio lì che sbarca Neve, spinta da una curiosità divorante. Andreas è il contrario di come lo ha immaginato. È bellissimo, colto e gentile come nessun uomo dell'isola sarà mai, e conosce il mondo al di là del mare, quel mondo dove Neve non è mai stata. Separati dalle sbarre della cella, i due iniziano a conoscersi, ma fanno un patto: Neve non gli dirà mai il suo vero nome. Sarà lui a sceglierne uno per lei.
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Isola di Neve è tante, tante cose che non mi aspettavo:
E' una storia d'amore, narrata a cavallo tra il presente ed il passato, di quelle che nascono come fiori tra le rocce, sfidando tutto e tutti, che traggono forza proprio da quelle stesse avversità con cui si devono misurare.
E' un mistero da risolvere, con la flebile traccia di una pista da seguire, in una località in cui il tempo pare essersi fermato, ed i pochi abitanti sembrano più che decisi a non voler ricordare.
E' un viaggio dentro se stessi, tra le proprie debolezze, per cercare di sconfiggere quel mostro che ha fagocitato tutto e tutti, per ritrovare i sogni e le speranze, in un momento in cui nulla sembra avere più senso.

I personaggi sono concreti, reali, raccontati con semplicità ma con dovizia di particolari, e Neve è indubbiamente quella che ho amato di più:
E' un piccolo animale selvatico, una "bestiolina" verrà definita più volte, uno scricciolo di un metro e cinquanta, tutta ossa e nervi, dotata di una forza interiore incredibile. E' uno di quei personaggi femminili che ti aiuta veramente a ricordare quello che si è capaci di essere, anche quando la vita non ti concesso affatto buone carte: Neve, a diciassette anni, nonostante la fame, le botte del padre, la maldicenza della gente, è in grado di sostenere la propria famiglia, di essere una pescatrice migliore degli uomini dell'isola, e difendere le persone che ama.

Fin qui quello che doveva dirvi la blogger, poi c'è tutto il resto che è salito in superficie dalle acque di Novembre, che invece è del tutto appartenente ai ricordi di Ilaria...
La mia mamma è nata nel 1953, esattamente negli anni in cui questo strano intreccio di vite ha luogo, ed in questa storia ho trovato qualcosa che riaperto qualche cassetto nelle memorie di famiglia:

“conosceva bene anche l’altra faccia della medaglia. Si era avvicinato alla miseria che stagnava fuori dalle mura della città, aveva visto le baracche sul Tevere e sull’Aniene, la polvere, i comprensori nuovi e già diroccati dell’edilizia popolare, le macerie di San Lorenzo, che a camminarci in mezzo gli sembrava di essere tornato a Dresda durante il bombardamento, la polvere, le auto, lo sgombero di via della Conciliazione, la polvere, i mendicanti senza gambe alla stazione, la polvere. Una città più polverosa di Roma non l’aveva vista mai.”
Fonte Romasparita
Ho chiuso gli occhi, e mi sono ritrovata davanti mia nonna, con i suoi capelli in piega, le sue vestagliette floreali da usare in casa, che mi racconta di quando i suoi tre figli erano bambini, o che, con il suo modo pragmatico e spiccio, prende in giro nonno ed il suo essere sempre tranquillo e flemmatico, dicendo che mentre venivano giù le bombe a San Lorenzo nessuno lo trovava, perché lui dormiva!

Mi sono ripassate davanti le foto d'epoca, che ritraggono il mio quartiere d'origine, che ai tempi era un povera borgata, quando la strada principale era una grande distesa polverosa dove iniziavano a spuntare le prime costruzioni moderne...



Insomma, questo libro l'ho amato, prima di tutto per la meravigliosa storia che racconta, per i personaggi che mi ha fatto conoscere, ma tanto anche per quello che ha fatto rifiorire dentro di me...

In fondo un buon libro è questo no? E' quello che ti emoziona, ti stringe il cuore e ti fa chiudere l'ultima pagina con il magone, indipendentemente da come finisce, e secondo me, in questo Valentina D'Urbano ha centrato in pieno l'obiettivo.

Recensione: Principessa Saranghae - Diego Galdino

...E quando credevo di non ricordare nemmeno come entrare in questo blog... eccomi qua! Breve parentesi personale: Vi chiedo scusa. Sono pra...