venerdì 31 gennaio 2020

Recensione: Number 9 (After Match Series #2) - Alessia D'Ambrosio

Secondo voi: esiste il blocco del blogger?
C'è quello del lettore, quello dello scrittore, io da un po' di tempo a questa parte credo di soffrire di quello della blogger: sto leggendo e ascoltando tantissimi libri, ed ogni volta che trovo una cosa che mi piace penso "Wow! Che spettacolo! Devo proprio scrivere qualcosa in proposito..." Poi, però, mi metto davanti alla tastiera ed i mille pensieri che affollano la mia testa non riescono a trovare la strada giusta per raggiungere i tasti.

Prima o poi passerà... comunque, questo è un'altro dei libri che ho letto in questo inizio anno che mi hanno colpita molto:


"Speravo fosse un ricordo morto e sepolto, rintanato solo nel fondo della mia coscienza, invece, è tornato a galla prepotente e arrogante. Perché è così che succede: gli errori si pagano, ma non c’è modo di saldarne il debito. In questo caso, in senso letterale.”

Il Numero 9 nel rugby è il giocatore con la migliore visione del gioco, quello che tiene il controllo. La mia vita è come una continua partita. Amo l’ordine, avere tutto sott’occhio, mi piace la perfezione. C’è solo una macchia nel mio passato. Speravo che con il tempo fosse finito nel dimenticatoio, ma Jeanine, la mia ex, ha deciso di rovinarmi e di raccontare a tutti quello che ho fatto. E poi c’è lei, Miss Wiler, una giornalista ficcanaso che si è messa in testa di rovinarmi. Se lo può scordare!

Mi chiamo Scott Wilson e, al momento… sono nella merda!

Disponibile qui su Amazon

Siamo al secondo libro riguardante i mitici "Wilson brothers" (... che li benedica e gliel'accresca direbbero a Roma..),e se nel primo avevamo conosciuto un po' meglio il maggiore, Daniel, questa volta è il turno di approfondire la nostra conoscenza con uno dei gemelli: Scott.

Dei tre è quello che dimostra maggiore inclinazione per il controllo: tutto nella sua vita è misurato, studiato, minuziosamente organizzato, ... o almeno è ciò che sembra, perché tutti noi, in misura diversa abbiamo qualcosa che preferiamo nascondere al mondo, e Scott Wilson non fa eccezione. Cotanta organizzazione, però, un bel giorno incappa in un grande imprevisto a forma di donna, tale Elizabeth Wiler, e ... tanti saluti alla perfezione!
“Ci sono due tipi d’amore: quelli che si creano nel tempo, che nascono piano e si scoprono con naturalezza e quelli che ti scoppiano in faccia all’improvviso, quando meno te lo aspetti. Questo è successo a noi, non cercavamo nulla e abbiamo trovato il mondo.”
Scott è il mitico Numero 9 dei Saracens, e Liz una giornalista sportiva appassionata di rugby, tra loro sarà attrazione da subito, e lui cascherà con tutte le scarpe in un mondo di disordine, confusione e gioia, come mai prima nella sua vita.

Vi starete chiedendo: Come mai tanto sei stata così colpita da questa storia?

Questo libro contiene tra le sue pagine un tema molto molto importante, quello della violenza sulle donne, che, purtroppo è nella nostra cronaca nera quotidiana, ed io invidio veramente tanto il coraggio dimostrato dall'autrice nel parlarne così apertamente. 

Qualche commento acido in rete si trova, non lo nego, ma io sono dell'opinione che se ne debba parlare, anche in libri romance che tanta gente considera "non impegnati", perché fare finta che le cose non accadano non aiuta nessuno, di certo non le tante donne che vivono situazioni di sudditanza psicologica, di paura per i propri affetti, per i loro figli, e per questo restano a subire violenze verbali e fisiche allo scopo di proteggerli.


Quindi non posso che dirvi di leggerlo, perché è una bella storia prima di tutto, poi perché tratta temi importanti, e poi perché,... diciamocelo, questi fratelli Wilson non sono mai una delusione!!!
Io l'ho divorato in praticamente 24 ore... ora tocca a voi 😍


martedì 28 gennaio 2020

Recensione: Nevernight (Cronache degli accadimenti di Illuminotte) - Jay Kristoff

Signori e signore dallo stomaco forte,

posso dire di avere trovato il fantasy che fa decisamente al caso vostro!!!


Avete uno spiccato senso dello splatter, non vi disturba leggere di sangue versato a vagonate, interiora esposte e pugnali ben conficcati?


Mia Corvere è la ragazza che stavate aspettando.


Ho iniziato l'ascolto di questa saga per curiosità: avevo sbirciato qualche copertina in libreria e mi aveva colpito, ma non mi aspettavo nulla di quello che ci ho trovato dentro. Ultimamente mi ero adagiata su questi fantasy molto molto romanticoni e devo dire che questo è stata una sferzata di "macelleria" che, dopotutto, non guasta affatto.

Questa saga non nasconde nulla già dalle prime righe:


"Spesso le persone si cagano addosso quando muoiono.
I muscoli si rilassano, l’anima svolazza via e tutto il resto… viene evacuato. Malgrado l’amore che il loro pubblico nutre per la morte, i commediografi di rado ne fanno cenno. Quando l’eroe spira tra le braccia dell’eroina, non richiamano l’attenzione sulla macchia che gocciola lungo le cosce o sul fatto che la puzza le fa venire le lacrime agli occhi mentre si china per dargli il bacio d’addio.
Lo dico come avvertimento, o miei gentili amici, ché il vostro narratore non condivide tale freno. E se le sgradevoli realtà di uno spargimento di sangue liquefano le vostre interiora, sappiate che le pagine che avete tra le mani parlano di una ragazza che stava all’omicidio come i maestri alla musica. Che riservava al lieto fine lo stesso trattamento di un seghetto all’epidermide."

Bene... io lo so che sono strana.... ma è stato un colpo di fulmine!


Kristoff ha creato un mondo: una Repubblica in un territorio immaginario, governata da un despota travestito da salvatore, dove una ragazza di appena sedici anni cerca la vendetta per la sua famiglia, una Chiesa di assassini, poteri soprannaturali, dei caduti e dei arrabbiati.
Insomma, ce n'è per tutti i gusti per far sì che il lettore non possa fare a meno di portare avanti la lettura! Certo, immagino che questo non sia un giudizio universalmente condiviso, visto il livello di dettaglio con cui spesso ci ritroviamo nel mezzo di un assassinio o di un rapporto sessuale dettagliati con dovizia di particolari, ma per me, lo stile di questo autore è stato coinvolgente al punto di riuscire a superare anche questo.
Kristoff parla con il lettore, commenta, spiega, fa battute, scherza sui personaggi e sul loro modo di fare, parla a noi che leggiamo un po' come se stesse riflettendo tra se e se, come se veramente fossero le pagine di un diario.


Nel primo libro ci viene spiegata subito la struttura dei tre volumi: nascita, vita e morte.

Vi chiederete, quindi: che gusto c'è a leggere se già ci dice tutto? Andando avanti scoprirete che ogni capitolo sarà necessario a spiegare il complicato intreccio di situazioni di cui Mia inizialmente conosce solo "la punta dell'iceberg"; inoltre, ogni pagina serve a darle modo di conoscere se stessa, di capire cosa è importante per lei e cosa no, cosa vuole essere e cosa gli altri vorrebbero che lei diventasse, tutto racchiuso in una corsa continua di eventi ed assasinii.

Insomma, se avete voglia di conoscere Itreya ed i suoi intrighi politici, Mia con la sua compagnia di Ombre demoni, la Chiesa Rossa ed i suoi assasini mercenari, non fatevelo scappare.





lunedì 13 gennaio 2020

Recensione: Ci vediamo un giorno di questi - Federica Bosco

Buongiorno e buon 2020 a tutti!

Sono sparita, lo so, ma purtroppo il finale del 2019 ha portato con sé tanti di quegli impegni familiari e lavorativi che hanno finito per surclassare decisamente le mie capacità organizzative, per cui per un po' di tempo ho dovuto necessariamente accantonare Librodipendenza e dare la precedenza al milione di altre cose che erano in programma.

Ringrazio tanto chi ha avuto la pazienza di aspettare, chi ha mandato messaggi della serie "se ci sei batti un colpo" ed anche voi che ora state leggendo.

Ho un enorme arretrato di letture di cui parlarvi, perché, nonostante tutto ho letto moltissimo, forse anche più dei mesi precedenti, perché, come sempre, un libro per me è e resta il migliore rifugio al mondo.
Oggi vi parlo di un libro che ho letto, anzi, ascoltato, proprio durante le feste, con una tematica che mi ha colpito moltissimo, e cioè dare il valore alle cose importanti, che credo possa essere, oltre che un ottimo consiglio di lettura, anche un buon "proposito per il nuovo anno":


Quando l'amicizia è infinita come il mare.

A volte per far nascere un'amicizia senza fine basta un biscotto condiviso nel cortile della scuola. Così è stato per Ludovica e Caterina, che da quel giorno sono diventate come sorelle. Sorelle che non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Caterina è un vulcano di energia, non conosce cosa sia la paura. Per Ludovica la paura è una parola tatuata a fuoco nella sua vita e sul suo cuore. Nessuno spazio per il rischio, solo scelte sempre uguali. Anno dopo anno, mentre Caterina trascina Ludovica alle feste, lei cerca di introdurre un po' di responsabilità nei giorni dell'amica dominati dal caos. Un'equazione perfetta. Un'unione senza ombre dall'infanzia alla maturità, attraverso l'adolescenza, fino a giungere a quel punto della vita in cui Ludovica si rende conto che la sua vita è impacchettata e precisa come un trolley della Ryanair, per evitare sorprese al check-in, un muro costruito meticolosamente che la protegge dagli urti della vita: lavoro in banca, fidanzato storico, niente figli, nel tentativo di arginare le onde. Eppure non esiste un muro così alto da proteggerci dalle curve del destino. Dalla vita che a volte fortifica, distrugge, cambia. E, inaspettatamente, travolge. Dopo un'esistenza passata da Ludovica a vivere della luce emanata dalla vitalità di Caterina, ora è quest'ultima che ha bisogno di lei. Ora è Caterina a chiederle il regalo più grande. Quello di slacciare le funi che saldano la barca al porto e lasciarsi andare al mare aperto, dove tutto è pericoloso, inatteso, imprevisto. Ma inevitabilmente sorprendente. 

Federica Bosco è una delle scrittrici italiane più amate. Un'autrice da un milione di copie vendute. Ogni suo libro domina le classifiche e riceve il plauso della stampa. In questo nuovo romanzo supera sé stessa riuscendo nel compito che solo i narratori più autentici e grandi riescono ad assolvere: ci parla di noi. "Ci vediamo un giorno di questi" racconta l'amore ma anche il dolore, racconta le mille sfaccettature dell'animo umano. Racconta l'amicizia più forte e più variegata, l'amicizia più fragile ma anche più duratura: quella tra donne.

Vorrei poter dire che la storia di Ludo e Cate è quella di tante donne, ma purtroppo non mi sento di dirlo fino in fondo: nella mia esperienza l'universo femminile è costellato di tante figure bellissime e fortissime, molto più della controparte maschile il più delle volte, ma scarsamente dotate della capacità di collaborare a pieno. Troppo spesso ho visto donne sfruttare le loro capacità per surclassare le altre, come se poi la vita fosse una gara in cui si corre per arrivare primi, piuttosto che ammettere che il finale della corsa è lo stesso per ciascuno di noi, al di là delle cose che abbiamo realizzato per arrivarci.

E' anche per questo motivo che le ho amate, perché sarebbe bellissimo avere per tutta la vita la loro fortuna, quella, cioè di avere al proprio fianco una donna che tenga a noi più che a sé stessa.
Le ho adorate ed anche invidiate, tanto, perché hanno saputo stare una vicina all'altra, senza ostacolarsi ma solo aiutandosi, amandosi in quel modo viscerale che hanno le persone disinteressate, condividendo gioie, dolori, paure e conquiste, arrivando ad essere le mamme perfette per un giovane uomo capitato nelle loro vite.

Ma l'amore, anche quando è così perfetto e duraturo, non ha la capacità di proteggerci dal destino, non può far prendere una strada diversa alla nostra esistenza, può solo aiutarci ad affrontarla, e sarà quello che riusciranno a fare assieme.

Avevo scoperto Federica Bosco nel mese di dicembre, durante il quale aveva allietato le mie interminabili giornate con letture molto più leggere (poi con calma vi parlerò anche di quelle), ma con questo libro ha messo un semino di quelli che non puoi ignorare proprio al centro del mio cuore: 

occorre fare tutto ciò che è in nostro potere per dimostrare agli altri quanto li amiamo, per amare questa vita così come viene, per essere grati di tutto quello che abbiamo, senza curarci troppo di quello che invece ci manca, perché non sappiamo quanto tempo ci sarà concesso, quindi non trastulliamoci in fesserie, ma godiamoci tutto quello che ci è stato dato.

Non penso che un anno nuovo possa iniziare con un pensiero più bello e speciale, quindi 
grazie Federica, hai dato al 2020 una luce più intensa, 
e buona lettura a tutti!




Recensione: Principessa Saranghae - Diego Galdino

...E quando credevo di non ricordare nemmeno come entrare in questo blog... eccomi qua! Breve parentesi personale: Vi chiedo scusa. Sono pra...