venerdì 29 dicembre 2017

Recensione: Il Redento - Tommaso Adiletta


  • Titolo: Il Redento
  • Autore: Tommaso Adiletta
  • Editore: Augh! (23 gennaio 2017)

Angelo è un ragazzo speciale, dotato di grandi capacità intellettive e conoscitive. Come tutti gli adolescenti è in continua ricerca di se stesso ma ha la sfortuna di diventare il bersaglio di alcuni bulli del suo paese, Faro, una piccola cittadina del Sud Italia. Lo spirito di rivalsa e la conoscenza di Carmen, una bellissima ragazza, sua coetanea, lo condurranno a vivere un'esperienza terrificante all'interno di una setta satanica, i Figli della Bestia. Allo stesso tempo una serie di omicidi sconvolgerà la cittadina e il commissario Ionico, aiutato da don Gabriele Polvere, riuscirà a scoprire chi veramente si cela dietro questa spirale di violenza. Il Redento è un fantasmagorico thriller "demoniaco" in cui il Bene e il Male combattono battaglie insospettabili per la salvezza o per la dannazione eterna degli uomini. 
Nessuno escluso.

Le recensioni che nascono da una proposta da parte dell'autore sono per me sempre un po' ostiche da scrivere, perché sono sempre aperta alla collaborazione, ma allo stesso tempo temo di avere riposte in me delle aspettative che non sempre sono in grado di soddisfare. Comunque, apprezzo tanto gli autori che interpellano noi poveri blogger che non vantiamo milioni di follower e capisco la loro voglia di far conoscere il più possibile il frutto del loro lavoro, quindi proprio per questo cercherò di essere il più sincera possibile.

Devo dire grazie a Tommaso Adiletta per avermi proposto la lettura di questo libro, il quale appartiene ad un genere che probabilmente da sola non avrei scelto: il thriller psicologico-demoniaco, e che, a dirla tutta, già solo la definizione mi genera un po' d'ansia..

L'argomento non è affatto leggero, e l'autore spesso usa un linguaggio molto crudo e diretto, sia nelle scene di esorcismo che nelle scene di sesso, e la cosa ammetto mi ha creato qualche difficoltà nel portare avanti la lettura; ma, analizzando nel complesso la storia, credo fosse nelle sue intenzioni creare una specie di sgomento nel lettore a fronte di alcuni eventi narrati, e suppongo che l'utilizzo di tale linguaggio aiuti ad averne una percezione se possibile ancor più negativa.
L'ho trovato un romanzo d'esordio apprezzabile nel complesso, ma secondo la mia opinione parte del racconto meritava di avere più spazio, le 112 pagine totali non mi sembrano sufficienti a conoscere del tutto personaggi che meritavano più spessore, primi fra tutti i giovani protagonisti. Non voglio fare spoiler ma nella parte finale le cose sembrano procedere un po' di corsa e ci troviamo brevemente in una situazione molto diversa liquidati nell'arco di due o tre pagine.
Non posso dire che non mi è piaciuto del tutto nonostante sia così lontano dai generi che generalmente mi sono vicini, ma avrei voluto che sia i fatti narrati, sia la tematica fossero ben approfonditi, in quanto non tutti sono così esperti ed eruditi su argomenti così particolari come la demonologia.
Da quanto avevo capito già da sola, e da quanto scritto nei ringraziamenti dell'autore, lo scopo stesso del libro è quello di stigmatizzare i fatti narrati, ma rimanere così vaghi temo non aiuti la causa, anzi, potrebbe dare adito al nascere di curiosità che spingano su testi scritti con intenti diversi.

Quindi, lettura interessante, ma non consigliata ad un pubblico troppo giovane o comunque sensibile.





martedì 26 dicembre 2017

Recensione: Gli ingredienti segreti dell'amore - Nicolas Barreau

Il Natale era in avvicinamento ed io avevo bisogno che il mio tasso glicemico iniziasse a salire un pochino, quindi mi sono buttata su un libro da occhi a cuoricino...


  • Titolo: Gli ingredienti segreti dell'amore
  • Autore: Nicolas Barreau
  • Editore: Emons Feltrinelli

Le coincidenze non esistono. Aurélie Bredin ne è sicura. Giovane e attraente chef, gestisce il ristorante di famiglia, Le Temps des Cerises. È in quel piccolo locale con le tovaglie a quadri bianchi e rossi in rue Princesse, a due passi da boulevard Saint-Germain, che il padre della ragazza ha conquistato il cuore della futura moglie grazie al suo famoso Menu d'amour. Ed è sempre lì, circondata dal profumo di cioccolato e cannella, che Aurélie è cresciuta e ha trovato conforto nei momenti difficili. Ora però, dopo una brutta scottatura d'amore, neanche il suo inguaribile ottimismo e l'accogliente tepore della cucina dell'infanzia riescono più a consolarla. Un pomeriggio, più triste che mai, Aurélie si rifugia in una libreria, dove si imbatte in un romanzo intitolato "Il sorriso delle donne". Incuriosita, inizia a leggerlo e scopre un passaggio del libro in cui viene citato proprio il suo ristorante. Grata di quel regalo inatteso, decide di contattare l'autore per ringraziarlo. Ma l'impresa è tutt'altro che facile. Ogni tentativo di conoscere lo scrittore - un misterioso ed elusivo inglese - viene bloccato da André, l'editor della casa editrice francese che ha pubblicato il romanzo. Aurélie non si lascia scoraggiare e, quando finalmente riuscirà nel suo intento, l'incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata. Più romantico, e nient'affatto casuale.


Cari romantici, come si suol dire Parigi è sempre Parigi... io poi, con questa città ho un rapporto di amore/odio, adoro l'architettura parigina, l'aria di sospensione nel tempo che vi si respira, ma non è uno dei posti per cui posso dire che lascerei tutto per trasferirmi li, perché le persone mi sembrano veramente troppo diverse da noi.
Detto questo, il libro in se mi ha conquistata per un motivo molto banale: io e la protagonista, Aurélie, condividiamo un momento molto particolare della nostra vita: un giorno di Novembre abbiamo visto la nostra vita capovolgersi, vedendo la persona con cui condividevamo l'esistenza andare via all'improvviso.
Per questo, ho simpatizzato subito con lei, che si trascinava in questa sua piccola agonia, perché col senno di poi tutto passa, la vita va avanti e tutto sembra possibile, ma c'è quel momento lì in cui non riesci nemmeno a guardarti allo specchio senza chiederti: perché? dov'è che ho sbagliato? E tu non riesci a spiegare...
Aurélie comincia a girovagare senza meta, e trova rifugio in una piccola libreria, dove casualmente mette il naso tra le pagine di un libro che da quel momento le dà una ragione per andare avanti, la scintilla che le mancava.
Così veniamo trascinati nella ricerca dell'autore misterioso insieme a lei, che giustamente vuole sapere come ha fatto i suo sorriso ed il suo ristorante tra quelle pagine, ed a conoscere André, per il quale sono stata combattuta per tutto il tempo se provare simpatia o se prenderlo a schiaffoni... ma alla fine non ho potuto fare altro che ridere del suo essere maldestro ed incrociare le dita per lui!
Un libro piacevole e divertente, per tutti quelli che non disdegnano un po' di vecchio sano romanticismo... alla francese!

sabato 9 dicembre 2017

Recensione: Il Grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald

Il Grande Gatsby è spesso citato tra i titoli da leggere almeno una volta nella vita, ed è proprio trovandolo in uno di questi elenchi che ho deciso di cimentarmi nel suo ascolto nella versione a cui ha dato voce il ben noto Claudio Santamaria.


  • Titolo: Il Grande Gatsby
  • Autore: Francis Scott Fitzgerald
  • Editore: Emons Edizioni

Fitzgerald non ci porta in una grande storia d'amore, almeno non principalmente, bensì nella cronaca di un grande fallimento.
Gatsby è un uomo che ha vissuto la sua intera esistenza incastrato nel ricordo, abbagliato dalla sua immagine, ed è rimasto bloccato mentalmente e sentimentalmente in quel tempo; intorno a lui il fasto della New York degli anni 20, prima della grande recessione: lusso, feste ed alcol, ville a cui tutti accedono per divertirsi senza nemmeno conoscere realmente il padrone di casa, con profondo distacco da quella che è la vita della gente comune.
Tutto è apparenza, tutto è sfarzo, e tutto serve per lui a riportare la sua Daisy al suo fianco, convinto che una volta ritrovati, tutto sarebbe ricominciato da dove si erano lasciati; ma tante cose sono cambiate, il mondo, la vita e la stessa amata, che ormai ha un'altro uomo accanto a se, e che crede di averlo perso per sempre.
Tutta la storia ci viene raccontata da Nick Carraway, giovane rientrato in patria dopo la guerra, che si trasferisce a West Egg cercando di farsi una nuova vita lavorando a New York, trovandosi casualmente a vivere in una piccola casa confinante proprio con la faraonica proprietà di Gatsby. Nick, è anche cugino di Daisy, la quale vive in una villa dall'altra parte dello stretto con suo marito Tom, ma già dalla sua prima visita presso casa loro, si rende conto che nel loro matrimonio c'è qualcosa che non va, e non tarderà ad averne la prova facendo la conoscenza diretta dell'amante di Tom.
Nick, diventa l'anello di congiunzione tra Gatsby e Daisy, in un turbine di eventi che avranno un ben strano epilogo, mostrandoci la natura dei personaggi coinvolti in tutta la loro miseria.

A mio giudizio, gli unici personaggi da salvare sono proprio Nick e Gatsby, gli unici che reputo fedeli a se stessi e giustificabili in qualche modo delle loro azioni, calcolando che entrambi sono reduci dal conflitto mondiale che ha stravolto le loro esistenze in qualche maniera. Gli altri, invece, sono solo tanti ingranaggi del sistema, che non tengono in nessun conto i loro reali sentimenti, bensì badano solamente al loro tornaconto personale.

Tutto il libro è un grande racconto di solitudine: solitudine durante le grandi feste a casa Gatsby, dove nessuno si conosce e nessuno fa realmente conoscenza, solitudine di Daisy nel suo matrimonio tanto bello e tanto vuoto, solitudine di Gatsby, che solo Nick avrà cuore di cercare di riempire anche se non ci riuscirà nemmeno per l'estremo saluto.


Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia... e una bella mattina... Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato.

Un libro bello, che mi ha conquistata e per cui vale la pena di soffrire un po' nella parte iniziale, che ho trovato un po' lentina e troppo descrittiva, perché una volta partito ripaga decisamente lo sforzo. 

lunedì 4 dicembre 2017

Letture del mese di Novembre 2017

Buonasera a tutti!
Con estremo ritardo perché appena rientrata da un viaggio vi elenco le letture e gli ascolti  del mese di Novembre:

 



 I Giardini dell'Altrove
Autore: Loredana La Puma
Genere: Fantasy
Pagine: 466

La mia Recensione


 Il manuale dello stagista killer

Autore: Shane Kuhn
Genere: Giallo Thriller
Pagine: Audiolibro

La mia Recensione






 



La Sovrana Lettrice

Autore: Alan Bennett
Genere: Narrativa Contemporanea
Pagine: Audiolibro


La mia Recensione










Forever 1 & 2

Autore: Amy Engel
Genere: Distopico
Pagine: 223 - 307


La mia Recensione








Il Grande Gatsby


Autore: F.S. Fitzgerald
Genere: Classici
Pagine: Audiolibro









Gli ingredienti segreti dell'amore

Autore: Nicolas Barreau
Genere: Romance

Pagine: Audiolibro






Buona lettura!!!

giovedì 23 novembre 2017

Recensione: Forever - Amy Engel



  • Titolo: The Ivy Series vol.1 e 2
    Autore: Amy Engel
    Editore: Newton Compton Editori (7 aprile 2016 – 23 febbraio 2017)
    Pagine: 223 - 307


  • Questa recensione inizia con un dubbio amletico che voglio condividere con voi:


    Ma perché i titoli dei libri devono esser modificati nella versione italiana? Qualcuno di voi ha idea di quale sia il motivo?



    Capisco in quei casi in cui l’autore ha utilizzato un modo di dire o un termine difficilmente traducibile nella nostra lingua, ma sto notando sempre più spesso che nell’edizione italiana, oltre a modificare la cover (a volte bellissime nell’edizione originale e terribili da noi), viene modificato anche il titolo. Questa saga è uno di questi ultimi casi:


    “The Book of Ivy” – da noi pubblicato come “Forever”
    “The Revolution of Ivy” – da noi pubblicato come “Solamente io e te - Forever”

    io mi domando.... perchè??? Che aveva fatto di male questa povera Ivy? E soprattutto.... da dove caspita è spuntato fuori Forever????

    Comunque, messi da parte i dubbi, veniamo alla storia: Distopici miei, qui c'è pane per i nostri denti!

    Ambientazione post apocalittica: il genere umano a seguito della guerra nucleare ha tentato di riorganizzarsi, Westfall è una città divisa a metà tra due fazioni, quella dei fondatori da cui la città ha preso il nome, e quella dei Lattimer, che li hanno sconfitti ed hanno preso il , potere. Ogni anno, per tradizione, le figlie del clan perdente devono andare in spose ai figli del clan vincitore, venendo abbinati sulla base di test psico-attitudinali, quest'anno, però, ci sarà un abbinamento molto particolare: Ivy Westfall, nipote del fondatore, andrà in sposa a Bishop Lattimer, figlio del presidente, proprio loro che sono stati cresciuti con un odio così radicato l'uno verso la famiglia dell'altro.


    ll mio nome è Ivy Westfall, e la mia missione è semplice: uccidere il figlio del capo dei Lattimer, Bishop, il mio promesso sposo, e restituire il potere alla mia famiglia.
    Ma Bishop sembra molto scaltro oppure non è il ragazzo spietato e senza cuore che mi avevano detto. Sembra anche essere l’unica persona in questo mondo che veramente mi capisce, ma non posso sottrarmi al destino, io sono l’unica che può riportare i Westfall al potere.E perché questo accada, Bishop deve morire per mano mia...Il mio nome è Ivy Westfall, e la mia missione è semplice: uccidere il mio promesso sposo
    Bene, io ne sono stata assolutamente ammaliata! Avevo comprato il primo volume mesi fa, ispirata dalla cover accattivante, ma poi lo avevo accantonato persa tra altri titoli, poi qualche giorno fa mi sono decisa, ed ho letto entrambi nel giro di 48 ore!
    E' un percorso, quello della crescita e della maturazione di Ivy, che deve aprire gli occhi e capire di chi veramente si pò fidare, è cresciuta con la sua famiglia, con un nemico da abbattere, ed ora la persona che si trova al suo fianco, suo marito, distrugge giorno dopo giorno tutte le sue convinzioni, tutto ciò che l'ha fatta andare avanti fino a qui.
    Bishop... signore e signori dagli occhi a cuoricino, la perfezione fatta persona: bello, sincero, onesto, buono, leale.... chi più ne ha più ne metta, ma in fondo, perché negarci lil privilegio di sognare la perfezione almeno nei libri??

    Io ho ritrovato un po' dei classici distopici che ho amato, Divergent, Hunger Games, The Maze Runner, un mix efficace di adrenalina, sentimento e scene calde, con un'eroina che per una volta non aspetta di essere salvata, ma prende tra le sue mani le redini della sua vita, pagandone anche le conseguenze in molti casi, ma arrivando a scoprire chi è veramente e cosa vuole LEI per il suo futuro.

    sabato 18 novembre 2017

    Recensione: La Sovrana Lettrice - Alan Bennett


    • Titolo: La Sovrana Lettrice
    • Autore: Alan Bennett
    • Editore: Emons Edizioni (23 marzo 2017)

    A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d'Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. Qualcosa in effetti è successo, qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto la lettura di quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali effetti sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di security e soprattutto sui suoi lettori lo scoprirà solo chi arriverà all'ultima pagina, anzi all'ultima riga.


    Dio benedica Paola Cortellesi!

    Per me questa donna potrebbe anche leggere la lista della spesa e saprebbe renderla interessante, perché il suo modo di interpretare ogni personaggio è unico ed inimitabile; ho ascoltato diversi libri letti da lei, ed ogni volta è un viaggio ironico e divertente.

    In questo di viaggio, passiamo un po' di tempo con la Regina Elisabetta, che incontriamo annoiata ed assuefatta alla quotidianità di corte e che accompagniamo alla scoperta della magia della lettura... chi meglio di noi può capirla????
    In un tranquillo pomeriggio a palazzo, la Regina scopre per caso l'esistenza di un camioncino contenente una biblioteca itinerante, ed incuriosita si avventura fuori dai giardini per conoscerne il contenuto e chi ne usufruisce. Qui conosce uno dei suoi domestici appassionato di libri nonostante lavori nelle cucine come lavapiatti, e questo scatena in lei una piccola scintilla: possibile che una persona di possibilità cosi diverse dalle sue occupi in maniera così costruttiva il suo tempo, mentre lei, che avrebbe tutti i libri di Londra a sua disposizione non si è mai posta nemmeno il dubbio di farlo?
    Questa scintilla è l'inizio di un lungo esame della sua vita e di come si sia fatta trasportare dai suoi doveri, pensando sempre e solo ad essere il personaggio, e non la persona; si è mai fermata a pensare a se stessa? O comunque, ha mai guardato a chi le stava attorno come persone, o si è sempre limitata a vederli come sudditi?
    Questo libro oltre a divertire e far riflettere, dà modo a noi lettori "compulsivi" di vederci un po' attraverso gli occhi degli altri: ho riso troppo vedendo la Regina nascondere un libro tra i cuscini della carrozza e trovandola cosi simile a me, che in fila sul Grande Raccordo Anulare tiro fuori il mio fidato tablet pieno zeppo di libri che non mi abbandona mai...
    E chissà se gli altri mi vedono come una scriteriata che ha la mania dei libri un po' come il suo entourage vedeva lei, a volte il dubbio sorge quando parto nelle mie disquisizioni letterarie e vedo il mio interlocutore guardarmi con tanto d'occhi, ma è più forte di me!!!
    In fondo... volete dirmi che non è normale avere un paio di libri sul comodino per la sera, un tablet con una cinquantina di titoli ed ascoltare almeno un libro o due in versione audio? 
    Scherzo, so benissimo di essere una vera esagerazione...

    Bello, io l'ho apprezzato tantissimo: permeato del più classico humor inglese che nasconde in realtà tanta tanta riflessione.


    giovedì 16 novembre 2017

    Recensione: Il manuale dello stagista killer - Shane Kuhn





  • Titolo: Il manuale dello stagista killer
  • Autore: Shane Kuhn
  • Pagine: 343
    • Genere: Gialli e Thriller (02 aprile 2015)
    John Lago non è un tipo raccomandabile. Eppure, nel suo mestiere è il migliore. Lavora come stagista presso un prestigioso studio legale di Manhattan e passa le sue ottanta ore settimanali portando caffè, rispondendo al telefono e occupandosi di quelle incombenze che per gli altri impiegati sono solo perdite di tempo. Ma non è questa la sua specialità: John Lago è al soldo della Risorse Umane s.r.l., un’agenzia di collocamento che funge da copertura per una rete di killer professionisti da infiltrare nelle aziende. Il loro obiettivo è eliminare i dirigenti corrotti, e a soli venticinque anni John è già uno dei migliori sicari di New York.

    Gli stagisti, si sa, sono invisibili, il che garantisce la copertura perfetta per raccogliere informazioni e portare a termine un lavoro pulito. Il compito di John è far fuori uno dei partner dello studio legale, tra gli uomini più inavvicinabili della città, ma le cose si complicano più del previsto. Sulle tracce del suo obiettivo c’è anche Alice, un’altra stagista dello studio, che si dimostrerà essere la rivale più dura – e seducente – che John abbia mai affrontato.

    Da 1 a 10, quanto siete splatter?
    Se la vostra cifra oscilla tra il cinque ed il dieci, allora questo libro vi piacerà, altrimenti, se vi piazzate ad un numero più basso, temo che con voi abbia poche probabilità di successo...
    Questo manuale è il diario freddo, lucido e scanzonato di un giovane orfano, addestrato per essere il miglior killer sulla piaza: senza rimorsi, senza scrupoli e, soprattutto senza sentimenti; perchè John, nella sua vita ha visto solo sangue e morte, e non sa nemmeno cosa voglia dire provare qualcosa per un altro essere umano.
    Io, che di gusto dell’orrido sono a dir poco ben fornita, non mi sento particolarmente scioccata dalla descrizione minuziosa di scontri corpo a corpo ed uccisioni corollate da spargimento di fiumi di sangue e rumore di ossa rotte, anzi, confesso che dopo un lungo periodo di romanzi rosa e storie d’amore di vario genere ho trovato questo libro quasi terapeutico... ha un po’ riequilibrato la mia personalissima bilancia tra il cucciolo con gli occhi a cuoricino e lo psicopatico che convivono in me!
    John, inoltre, fa un racconto delle sue avventure condito da una buona dose di ironia e sarcasmo, quindi non sono stati pochi i momenti in cui sono scoppiata a ridere da sola di fronte alle situazioni tragicomiche che lo vedono invischiato.
    Comunque, fate conto di trovarvi di fronte ad una sorta di Mission Impossible, in cui il protagonista, però, non lavora per la Cavalleria, bensì per i cattivi.
    Per amanti dello sparatutto che non disdegnano ogni tanto una sana e divertente americanata.
     


    lunedì 13 novembre 2017

    Recensione: I giardini dell'altrove - Loredana La Puma - Les Flaneurs Edizioni

    Questo è il secondo libro che leggo per la collaborazione con Les Flaneurs, e se il primo mi era piaciuto, questo mi ha letteralmente affascinata:


    • Titolo: I giardini dell’altrove
    • Autore: Loredana La Puma
    • Pagine: 466
    • Editore: Les Flâneurs Edizioni (26 giugno 2017)
    Due settimane a Natale. Sara Brera, ventitreenne che ha lasciato la famiglia per cercare la propria strada, si licenzia dall’ultimo di una lunga lista di lavoretti precari e indegni delle sue reali aspirazioni. Sull’orlo della disperazione e con gli ultimi spiccioli in tasca, si ritrova casualmente davanti a una vetrina polverosa: è L’Antro di Leo, libreria dall’aria antiquata che sembra quasi materializzarsi lì per lei. La ragazza si fa coraggio e chiede un lavoro al proprietario Ismaele, uno strambo vecchietto che la accoglie e la accetta in prova fino alla vigilia; con sommo disappunto dell’altro commesso, lo scontroso Gabriel. La ragazza sente finalmente di aver trovato il suo posto, ma da quel momento in poi iniziano a susseguirsi una serie di avvenimenti inspiegabili di cui l’Antro sembra essere il fulcro: l’invalicabile porta della cantina, quello scampanellio che sembra fermare il tempo e infine l’incontro con il piccolo Marco e la sua storia inquietante. Cos’è accaduto nelle ultime ore? Cosa nascondono i due librai? Sara sta per scoprire una realtà più grande di lei che la precipita nel bel mezzo di un’indagine investigativa a tinte sovrannaturali. E sta per compiere una scelta: sarà in grado di rinunciare ai suoi sogni in nome di un bene superiore?

    Sara ha la fortuna di imbattersi nel lavoro che tutti/e noi che divoriamo libri sogniamo ad occhi aperti, una libreria, ma una di quelle di una volta, dove l'odore della carta e del legno degli scaffali ha un mix che alle nostre sinapsi fa l'effetto di una droga del miglior taglio...
    E' qui, però, che scopre l'esistenza di un mondo che non aveva mai nemmeno immaginato,  c'è qualcosa dopo la morte, e lei può farne parte.
    Di paranormal ne ho letti tanti, ma stavolta non sono incappata in qualcosa di già sentito o collegabile a qualcosa già letto, almeno per me è una novità assoluta, e questo mi ha fatto molto piacere, inoltre, essendo scritto da una penna italiana la cosa può solo che farmi piacere anche di di più se possibile.
    L'autrice ha saputo dettagliare bene il campo di lavoro dei librai, arricchendo con ambientazioni e dettagli delle loro vite molto ben congegnate, e la presenza stessa di alcuni personaggi di contorno che ruotano attorno alla libreria aiuta il lettore a ritrovarsi immerso in questa realtà cosi diversa dalla nostra, correndo molto bene sul filo del plausibile. 
    Anche se ho capito quasi subito come sarebbe andata per la protagonista riguardo ad una scelta cruciale (non voglio spolverare troppo) ho trovato la narrazione dell'intreccio ben fatta, con i giusti colpi di scena e sconvolgimenti della storia, e sono stata confortata di sapere che l'autrice intende portare avanti le avventure dei librai nell'ultima pagina, perché comunque ero rimasta con la sensazione che ne avrei voluto sapere di più riguardo a loro.

    In conclusione lo consiglio vivamente, buona lettura!

    Recensione: Principessa Saranghae - Diego Galdino

    ...E quando credevo di non ricordare nemmeno come entrare in questo blog... eccomi qua! Breve parentesi personale: Vi chiedo scusa. Sono pra...