mercoledì 25 aprile 2018

Intervista con l'autrice: Elvy S.

Buon pomeriggio lettori, e buona festa della Liberazione a tutti!
quando è iniziata l'avventura di questo blog, ho avuto modo di incontrare lungo la strada tante nuove autrici emergenti che lottano per portare alla conoscenza del grande pubblico le loro opere, spesso tramite l'auto-pubblicazione. Una mia "vecchia" conoscenza è colei che vorrei farvi conoscere oggi: 

1) Ciao Elvy S., grazie per aver accettato questa intervista. 
Io ti conosco da un po’, ma avevo voglia di farti conoscere meglio anche agli altri, per cui eccomi qui a chiederti, prima di tutto, di raccontarmi come e quando è nata la tua passione per la scrittura.
Che cosa scrivevi all’inizio? Sei stata incoraggiata da qualcuno e se sì, da chi? 

Ciao, Ilaria! 
Prima di iniziare voglio ringraziarti per quest’opportunità, è una bella emozione per me essere qui con te! Quindi, grazie! 
Per rispondere alla tua domanda, invece, mi piacerebbe poterti dire che questa passione è nata in un momento preciso, a seguito di chissà quale esperienza, ma non è andata così. 
Mio fratello maggiore, un giorno, portò a casa un computer, uno di quelli vecchi, hai presente? E mi era vietato usarlo. Quindi, quando lui mancava da casa, io rubavo del tempo prezioso per giocarci. Inutile dire che mi scoprì e, armato di pazienza verso la sua sorellina, creò un profilo utente solo per me. Con tante, tantissime, restrizioni, ma ehi, potevo giocarci! E fu così che scoprii Microsoft Word. All’inizio scrivevo tutto quello che mi passava per la testa. Ero una bambina in fin dei conti, ma appassionata alle storie d’amore. Che fosse un cartone animato o un film, avevo bisogno che ci fosse l’amore. La prima storia che ho scritto, non completa e cancellata nello stesso giorno, era infatti una storia d’amore ottocentesca tra una donna benestante e il suo stalliere, ovviamente! Da quel momento in poi, ho iniziato a scrivere tutto quello che mi passava per la testa e alla fine, inevitabilmente, lo cancellavo. 
Con l’arrivo delle superiori ho smesso di scrivere per un periodo lunghissimo: immagino che l’adolescenza mi abbia vista impegnata su altri fronti e poi, a sedici anni ho avuto il mio primo PC, tutto mio. Immagino che il resto sia storia! 
Eh, no. Non ero incoraggiata da nessuno perché non l’ho mai detto ad anima viva. Ancora oggi faccio fatica a parlarne. Fortunatamente, mio marito, la mia migliore amica e la mia famiglia, compresa quella degli amici, da quando l’hanno scoperto non hanno fatto altro che incoraggiarmi e sostenermi. 

2) Da cosa trai ispirazione per scrivere le tue storie? C’è un momento della giornata in cui preferisci metterti a lavoro? 

Da cosa traggo ispirazione… Allora, per risponderti devo riportarti l’esempio di Memories. Ci sono giorni in cui ho bisogno di scrivere. Adoro quei momenti perché significa che c’è desiderio, ispirazione, bisogno e volontà. Quindi, mi siedo al computer e inizio a buttare giù ciò che le mie mani vogliono, senza riflettere. So che può sembrare strano, ma Memories, nonostante fosse molto diverso dal libro che avete letto, è nato così. Mi sono seduta e ho iniziato a scrivere. Ricordo che la prima versione iniziava con Melanie che si risvegliava dal coma. Quindi c’era tutto il passato tra lei e Jake che non era stato spiegato. Era un incrocio con l’attuale Revival
Là, dove nasce l’infinito, invece, ha avuto uno studio più accurato. Ho pagine e pagine di quaderno in cui ho annotato caratteristiche fisiche, caratteriali e personali. Dai vizi, ai pregi, ai difetti. Poi ci sono le pagine in cui ho segnato lo svolgersi generale della trama, che spesso e volentieri non ho seguito :P. 
Diciamo che c’è un mix di tante cose, ma soprattutto tendo a voler approfondire temi per me importanti. In genere però, penso a cosa mi piacerebbe raccontare e poi lo sfondo, i dettagli, vengono da soli in corso d’opera. 
Ma, rispetto all’inizio, ho imparato a creare schemi guida, altrimenti rischierei di fare un gran pasticcio. 
All’inizio, quando non avevo gli impegni lavorativi e domestici, scrivevo quando volevo, quando ero ispirata, quando ne avevo voglia. Adesso, purtroppo, sono costretta a ritagliarmi dei momenti “obbligati”. Ho scoperto però, con Meant To Be, che di notte sono molto più produttiva. Assurdo no? 

3) Se dovessi descrivere la Elvy S. autrice, quali parole useresti? 

Dai, continuiamo a parlare della scrittura? Ahah (risata isterica). Non sono brava a parlare di me stessa, però l’autrice che c’è in me la descriverei così: ambiziosa, caparbia, ostinata e sognatrice. Forse, fin troppo sognatrice. Ah, e piena zeppa di speranze. 

4) Da lettrice, quali libri preferisci? E, tornando alla passione per la scrittura, c’è un genere per cui ti senti più portata? 

È da un po’ che sono in fissa per i New Adult, ma leggo vari generi, soprattutto Romanzi Rosa e tutto ciò che riguarda l’amore. Diciamo che questo sentimento è sempre stato importante nella scelta di un particolare libro. Mi piacciono i Distopici, i Fantasy, anche gli Erotici. Ho letto anche qualche Thriller e qualche Giallo, ma prediligo le storie d’amore, sempre e comunque. 
Mmm, nella mia lista mentale ci sono per lo più progetti di Romanzi Rosa, ma ho una storia di genere Distopico che mi ronza nella testa da qualche anno, ormai. In un certo senso, voglio provare a scrivere qualcosa per ogni genere che apprezzo. Non credo di tornare molto presto sul Fantasy, è un genere dal quale sto iniziando a distaccarmi lentamente, ma resterò ancorata all’amore ancora per molto, moltissimo tempo. Mai dire mai, insomma. 
Se ci sono portata o meno non posso dirlo, non spetta a me, ma è sicuramente quello in cui mi sento più a mio agio. 

5) Libro di carta o ebook? 

Sapevo che sarebbe arrivata questa domanda! Allora, leggo prevalentemente ebook per una questione di comodità. Ma se c’è un libro che adoro particolarmente, non esito a comprarlo anche in cartaceo per la mia libreria. I prossimi in lista sono quelli di Brittainy C. Cherry. Quindi, assolutamente libro cartaceo. Ma non disdegno gli ebook, anzi, mi hanno salvato la vita! 

6) Recentemente hai pubblicato un libro “a puntate” tramite Wattpad, come mai hai deciso di utilizzare questa piattaforma, e soprattutto, come è stata questa nuova esperienza? 

In una parola: estenuante! Ah! Dovevo dirlo! 
Di solito scrivo un tot di capitoli e poi decido che la storia non va affatto bene e creo un altro file, da capo, salvando poco e niente della prima bozza (succede sempre, ecco perché lo dico come un dato di fatto). Con Meant To Be non ho potuto farlo. Ho dovuto seguire lo schema, tutto. Non ho potuto inserire personaggi, modificare dialoghi o decisioni. Quindi non ho adattato la storia a me, ma mi sono adeguata io alla storia. In un certo senso è stato più semplice perché era tutto già scritto, non c’era nulla di imprevedibile, ma allo stesso tempo avrei voluto prendermi a schiaffi per non essere riuscita ad avere da parte dei capitoli già revisionati e approvati dal mio cervello. 
Ho scelto Wattpad perché è un mondo grandissimo, vasto e, da quando ho iniziato a coltivare questa passione, ho sempre voluto lasciare qualcosa di mio, di disponibile a tutti, anche lì. (Per la cronaca: sto vivendo la stessa ansia e tormento che avete vissuto a causa dell’attesa, con Maybe Now di Colleen Hoover.) 
Ovviamente, allo stesso tempo speravo – e spero ancora – che proprio per questo motivo, il mio lavoro potesse essere conosciuto da più persone. E poi, come hai notato, mi piace avere un confronto con i lettori, anche solo per dire qualche sciocchezza o per lasciare un cuore se sono rimasta a corto di parole. Wattpad ha reso tutto questo ancora più facile. Non esiste che non risponda a qualcuno, per me ogni persona è importante e mi piace dimostrarlo. 
È stata un’esperienza terrificante per certi versi, ho sempre avuto paura di non riuscire a rispettare le scadenze che mi imponevo per non farvi attendere troppo tra un capitolo e l’altro. Sono una persona precisa e mi infastidisce non rispettare la parola data. Però quando mi collegavo e trovavo la notifica di una stellina o di un commento, mi sentivo sollevata. Avere un riscontro, che sia una recensione o una stella, significa davvero tanto. 
Quindi, posso dire che è stata un’esperienza che spero un giorno di poter ripetere. Con i dovuti capitoli messi da parte, però. 

7) l tuo esordio è stato un'altra storia, vuoi parlarcene? Sei affezionata a quei personaggi? 

Mi chiedo spesso perché abbia scelto di partire da Memories e non da un’altra storia che avevo nel cassetto (nella memoria del pc), ma immagino che, col senno di poi, sia stata la scelta giusta. Sono passati quattro anni ormai, anche se la storia di suo ne ha sei. Devo riconoscere, però, che i sentimenti che provo per la trilogia sono molto contraddittori. Devo tanto a quei personaggi che sì, amo e adoro. Ognuno di loro ha una parte di me, sono seria quando lo dico. In ogni storia che ho raccontato ci sono anche io, quindi non potrei mai dirti che li odio. Però la trilogia mi mette sempre sull’attenti. È stata la mia prima esperienza e mi ha portato tanto, tra cui lettori, visibilità e mi ha dato anche l’opportunità di migliorare. Spesso faccio il paragone con “Là, dove nasce l’infinito” e penso che si veda una grande differenza, già solo nello stile. Ma anche solo paragonando Memories a Revival si nota, io lo noto. Però riconosco che è una storia che va migliorata, ma al punto in cui sono oggi sarei costretta a ri–scriverla e come ti dicevo prima, sto iniziando ad allontanarmi dal Fantasy. Inoltre, la mia migliore amica non trova giusto il mio ragionamento. Lei sostiene che Memories è nato quando ero più giovane e ancora agli inizi, cambiarlo drasticamente, seppur lasciando intatta la storia, sarebbe ingiusto. Quindi, non so davvero cosa dirti se non che provo cose contraddittorie. 

8) Parliamo adesso del tuo libro “Là dove nasce l’infinito”, che verrà pubblicato il 30 Aprile 2018 dalla Hope Edizioni. Com’è nata questa storia? E a cosa ti sei ispirata? 

Devi sapere che sono una grandissima fan di Colleen Hoover, tanto che spesso e volentieri esprimo il desiderio di essere lei. Quindi, sono stata molto influenzata ( e lo sono ancora) dal suo modo di scrivere e raccontare storie. 
Devi anche sapere che al terzo anno di università ho seguito il corso di Psicodinamica dello sviluppo e delle relazioni e durante una lezione, la professoressa ci spiegò la Resilienza. È un termine che ricorre nel libro e ho cercato di metterlo in pratica nei gesti e nei pensieri dei personaggi. Infatti, in Là, dove nasce l’infinito vediamo due personaggi molto diversi che affrontano un’esperienza simile in modo completamente opposto. A dimostrazione del fatto che ogni persona è diversa e affronta le situazioni, più o meno difficili, con i mezzi e le armi a sua disposizione. 
Di conseguenza, c’è stato anche un mix di interessi psicologici derivato dai miei studi. 
Infine, ho vissuto un’esperienza personale che ho citato all’inizio del libro; una ragazza che ho conosciuto all’università mi ha insegnato quanto sia importante un sorriso. E il sorriso può essere definito quasi il protagonista di questa storia. 
Sapevo di voler raccontare una storia d’amore, ma è stato solo mentre scrivevo che mi sono accorta che tutto era nato dall’incontro con questa ragazza, Ilaria. 
Da un sorriso sono venute fuori più di centocentomila parole. 

9) Raccontaci qualcosa di te al di là del lato prettamente autoriale. Cosa fai nella vita? Hai dei progetti che porti avanti? 

Cosa posso dire per raccontarmi? Partiamo dalle generalità? Così rompo un po’ il ghiaccio. Il mio nome è Elvira ma, non me ne voglia nessuno, non mi piace. Detesto quando mi chiamano così e infatti, prediligo Elvy come diminutivo. Noto che ho un’ossessione per i diminutivi, ma non posso farne a meno. Sono nata il 24 Marzo e sono dell’Ariete. Così posso dirti anche che sono testarda, orgogliosa e per usare le parole che usano tutti: ho la testa dura. Se decido di fare una cosa, puoi star certa che la farò. Il mio cantante preferito è Ed Sheeran, divento un po’ un’adolescente quando si tratta di lui. Seguo più Serie Tv di quante in realtà dovrei, visti i vari impegni. 
Quindi, alla passione per la lettura e la scrittura, aggiungiamo musica e televisione americana. 
Mi piace giocare a carte, soprattutto a Burraco con la mia migliore amica (sembro una vecchia ottantenne, di’ la verità!). Ho da poco trovato lavoro come Educatrice Scolastica e ho scoperto di trovarmi bene tra i giovani, strano! 
Sono sposata da 2 anni e mezzo, adoro tutte le cose che ti ho già citato e caratterialmente sono molto simile a tutte le mie protagoniste. Forse, però, è il caso che ti dica che ho anche aspetti positivi. Sono una persona estroversa, dopo aver rotto il ghiaccio iniziale, gentile e caotica. Dammi un po’ di corda ed è la fine, non la smetto più (hai notato?). Ho una buona memoria – di solito – e mi piace stare in compagnia. Sono estremamente sincera, a volte lo sono troppo. Mamma mia! Sto scrivendo un altro Romanzo. Mi censuro. In breve, eccomi qua. 

P.s. Progetti? Oltre le cento trame dei libri che spero un giorno di scrivere, lavorare e dedicare un po’ di tempo (ci sta, no?) a mio marito e alla casa, non ancora. :P 

10) Hai mai dedicato un racconto a qualcuno? 

Posso dire che quasi tutti i libri li ho dedicati a qualcuno, racconti brevi non ne ho mai scritti. 
Memories è stato dedicato ad Angelo, un mio caro amico conosciuto all’Università. È stato il primo ad aver letto la trilogia e l’ha amata. Sul serio, non poteva farne a meno. All’inizio non capivo se mi stesse prendendo in giro o lo facesse per bontà d’animo, ma gli è piaciuto davvero. Quindi, insieme, lo abbiamo corretto, ri–letto e ci siamo fatti un sacco di risate. C’era un punto in cui avevo scritto, ora non ricordo la frase letterale, ma era: il tuo cuore batte forte forte. Solo che avevo scritto: “batte fotte fotte”. Giuro che è stato un errore di battitura, la T e la R sono troppo vicine sulla tastiera. Hai controllato, vero? Pure io. 
Revival l’ho dedicato ad Ilaria, che non è la stessa persona di Là, dove nasce l’infinito, ed è la mia migliore amica. Lei ha letto tutto quello che ho scritto, anche le storie che non ho ancora raccontato ed è stata la mia prima e più grande fan. 
Renaissance l’ho dedicato a mio marito. Mi ha sempre spronata a non arrendermi e a provarci fino in fondo, gioendo con me quando tutto andava bene e restandomi accanto quando una recensione negativa mi demoralizzava. Fortunatamente, col senno di poi, ho imparato a prendere il buono dalle critiche e a ignorare quelle infondate, basate sull’aria fritta. Salvatore dovrebbe avere una dedica in ogni libro per quanto mi è accanto e per quanto mi supporta. Non ha mai preso alla leggera i miei sbalzi d’umore o quando gli dicevo: vai tu a fare la spesa che’ io devo scrivere. Sa quanto è importante per me e lo rispetta. 
Là, dove nasce l’infinito l’ho dedicato ai miei genitori. Fino a prima della pubblicazione di Memories su Amazon, nessuno sapeva di questa mia passione, l’ho sempre tenuta per me. Poi ho iniziato a raccontarlo ai miei e da lì sono subentrati i complimenti, gli incoraggiamenti e gli sguardi pieni d’orgoglio. Perché anche se non c’era un editore, anche se non tutti mi conoscevano, per loro sono stata comunque coraggiosa e bravissima. Mi hanno detto di non arrendermi e non l’ho fatto. 

11) Un motivo per cui le persone dovrebbero raccontare una storia? 

Siamo nell’era dei messaggi, dove grazie a Whatsapp, Facebook, Twitter, Instagram e a tanto altro, è possibile comunicare tramite la parola scritta. Ma per me la scrittura, anche prima dell’avvento dei Social Network, è sempre stata il mezzo di comunicazione più efficace. Ricordo una volta, ero agli inizi della relazione con il mio fidanzato (e attuale marito,) e a seguito di un litigio scrissi un’intera pagina di Word in cui spiegavo le mie motivazioni ed emozioni. Lui aveva insistito per parlarne a voce, ma io sapevo che in quel modo non sarei riuscita a farmi valere, a spiegargli e a fargli capire il mio punto di vista. Così, gli lessi ciò che avevo scritto. 
Non so dirti perché qualcuno dovrebbe raccontare una storia, ma so dirti perché io voglio e devo farlo. Ti ho già detto che in tutti i libri c’è qualcosa di mio, in Meant To Be ho ripetuto spesso l’importanza delle parole. Io sono fatta così, ricordo ogni promessa che mi è stata fatta (e non mantenuta), ricordo tutto quello che mi è stato detto, proposto e rinfacciato. Ogni parola l’ho trattenuta e metabolizzata e sulle parole adeguo il mio comportamento. 
Ho bisogno di scrivere e raccontare storie perché solo così riesco a esprimere il mio modo di vedere il mondo, il mio modo di pensare e lo faccio in modo più chiaro rispetto che con la voce. 
Devo raccontare storie, soprattutto, perché nonostante la dura realtà che ci circonda, è bello per un po’ vivere in un mondo in cui tutto va come dovrebbe andare. Raccontare storie è un modo per poter evadere, per un po’, da quello che ci fa più male. Non c’è niente di meglio che essere circondati da personaggi sinceri, coerenti e dai quali sai cosa aspettarti. Non c’è una zona grigia, tutto è bianco o nero. Ci sono abbastanza circostanze attenuanti nella vita quotidiana, ogni tanto è bello (e fa bene) sognare che il mondo sia un posto migliore. Mi piace creare un mondo adatto a me e se, in qualche occasione, è stato adatto anche per i lettori non posso che esserne felice. 

12) Quale sarà il tema della tua prossima storia? 

Con molta fatica ho terminato la storia di Wattpad, adesso devo concentrarmi su Darkness, il secondo libro di Adam e Alexis. Ma ti confesso che non vedo l’ora di mettere mano a uno dei miei primi manoscritti. Il titolo attuale è Un miracolo per caso, ma non so se cambierà in futuro. 
Per questo libro sono emozionatissima, sarà molto simile alla prima versione, nella trama almeno, ma negli ultimi anni ho avuto modo di pensare ad alcune varianti. Farò come ho sempre fatto: mi siederò e, davanti al foglio bianco, inizierò a scrivere. Sarà un Romanzo Rosa, Romance che dir si voglia e tratterà dell’amore, ovviamente. Le tematiche che lo accompagneranno dipenderanno da come si svolgerà la vicenda, ma altrettanto importante sarà la speranza. Al momento posso dirti questo: amore e speranza condite da quel pizzico di magia che non guasta mai. Quindi, immagino sia anche un discorso di fede se credere ai miracoli o alla casualità degli eventi. 

Grazie mille per questa intervista. So di essere stata logorroica ma è stato stimolante e divertente essere qui con te. Soprattutto, grazie per tutto il supporto e l’affetto; l’ho ricevuto tutto in formato extralarge. Un abbraccio!!! 


Bè... grazie a te Elvy, grazie per le fantastiche storie che ogni volta ci regali... e ti perdono se hai sentimenti contraddittori su Memories che invece io non posso che adorare!! 😍
Ti ringrazio della grande disponibilità e della sincerità con cui hai risposto alle domande.

Qui lascio i link alle mie vecchie recensioni di alcuni suoi lavori (vale lo stesso per quanto diceva lei sopra... anche io sono cresciuta e lo stile è diverso, soprattutto l'esperienza, quindi siate buoni!!)

Spero che ora correrete tutti a leggere qualcosa di suo, io mi rimetto pazientemente in attesa di Darkness fiduciosa che sarà meraviglioso come il resto della storia....








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