sabato 4 novembre 2017

Recensione: Emma - Jane Austen

Premesso che secondo me Jane Austen andrebbe fatta santa o almeno beatificata, oggi parliamo del mio ennesimo ascolto di un suo libro


Emma è il tripudio del fraintendimento: tutta la storia gira intorno alle conseguenze della errata interpretazione dei sentimenti altrui.

Come sempre la vita scorre tranquilla nella ridente (???) campagna inglese: la nostra Emma   Woodhouse vive nella tenuta di famiglia in compagnia del padre e della sua istitutrice, fino al giorno in cui quest'ultima convola a giuste nozze.
Rimasta sola, la nostra giovane e bella protagonista, accoglie sotto la sua protezione una ragazza di non ben note origini, cercando in tutti i modi di trovarle un marito secondo lei adeguato, senza però tenere bene in considerazione l'evidente differenza sociale tra loro due, e quindi cercandole un marito secondo i criteri della buona società.
La povera Harriett, pur se avendo in realtà un certo interesse già in ballo per un giovane fattore, non riesce a non farsi trascinare dalle convinzioni di Emma e ben presto accantona questo affetto in attesa di ricevere proposte da qualcuno socialmente più accettabile.
Ben presto cominciano ad intrecciarsi una serie di equivoci su proposte, interessi e possibili fidanzamenti, che porteranno Emma a dover fare una accurata analisi di se stessa,   ed infine dei suoi sentimenti verso qualcuno che da sempre ha fatto parte della sua vita, e che capisce essere l'unico a vederla per come è veramente, non per quello che rappresenta.

Ed è qui che arriviamo al lui di questa vicenda: Mr Knightley non è Darcy, permettetemi per favore di tenere le parti di quello che per me è e resta il LUI per eccellenza della letteratura Austeniana, ma devo dire che ci si avvicina parecchio.
E' un uomo di una quindicina d'anni più grande di Emma, che l'ha vista nascere e crescere e che non può fare a meno di amarla, nonostante ne veda chiaramente pregi e difetti, e che, soprattutto per quanto riguarda questi ultimi, non si risparmia di farglieli notare, così come non si esime dal rimproverarla aspramente quando cade in errore.

Tanti i personaggi di contorno, come in tutti i romanzi dell'autrice, che vengono dettagliatamente descritti e caratterizzati: il signor Woodhouse, con tutte le sue piccole manie e convinzioni, la signorina Bates, che parla come se non ci fosse un domani, i compaesani che riempiono le giornate di Emma... insomma, come sempre la Austen ci porta direttamente tra di loro, in un libro che nel mio cuore non può prendere il posto di Orgoglio e Pregiudizio e Ragione e Sentimento, ma che comunque vale sempre la pena di leggere, dove tutto si risolve alla fine con un matrimonio (o più di uno) e la vita torna a scorrere serena


Nessun commento:

Posta un commento

Recensione: Principessa Saranghae - Diego Galdino

...E quando credevo di non ricordare nemmeno come entrare in questo blog... eccomi qua! Breve parentesi personale: Vi chiedo scusa. Sono pra...