martedì 9 ottobre 2018

Recensione: Eleanor Oliphant sta benissimo - Gail Honeyman

Buonasera lettori,

questo è uno di quei libri che non ti aspetti: non ti aspetti ti prendano tanto, che siano in realtà profondi, che non potessero piacerti, e invece....




Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta, perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa mi sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D'improvviso, ho scoperto che il mondo delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il «tutto» che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene.

Disponibile qui su Amazon

Ho scaricato su Audible questo titolo per curiosità, avevo un po' il "blocco dell'ascoltatore" (... se c'è quello del lettore permettetemi di coniare anche questo..) e ne avevo sentito parecchio parlare in giro, quindi l'ho messo nella libreria senza nemmeno leggere la sinossi, così, di getto.
Una volta iniziato, però, ho capito subito che non era come lo aspettavo: Eleanor all'impatto sembra una matta fuori di testa, una solitaria che ha odia un po' tutto e tutti, che non sopporta i colleghi di lavoro e che non ama stare in mezzo alla gente, poi, man mano che le pagine scorrono, vengono aggiunti tanti dettagli che ci fanno capire il perché del suo atteggiamento e delle sue manie.


Eccomi qui: Eleanor Oliphant. Capelli lunghi, lisci, castano chiaro, che mi scendono giù fino alla vita, pelle chiara, il volto un palinsesto di fuoco. Un naso troppo piccolo e occhi troppo grandi. Orecchie: niente di eccezionale. Altezza più o meno nella media, peso approssimativamente nella media. Aspiro alla medietà…. Sono stata al centro di fin troppa attenzione in vita mia. Ignoratemi, passate oltre, non c’è nulla da vedere qui.


Eleanor ha una storia triste alle spalle, è sola da tanto, e deve badare a se stessa: la casa, il lavoro, fare i conti con i pochi soldi a sua disposizione, reggere il peso delle telefonate della madre, le quali invece di aiutarla sembrano trascinarla ancora più giù...
Tutto nella sua vita tende a non metterla mai in evidenza, perché lei ora vuole solo essere invisibile agli occhi degli altri, nonostante il suo viso gridi praticamente per essere al centro dell'attenzione: un taglio di capelli qualunque, vestiti comodi e senza pretese, anzi, da anziana signora. I suoi colleghi conoscono il suo nome e le sue stranezze, ma nulla di più,
nessuno di loro conosce il suo inferno personale, nessuno sa che i suoi week end una volta usciti da quella porta sono colmi di silenzio e sconforto, nessuno.
Ma, un giorno, un incontro casuale cambia tutti i suoi schemi: Eleanor viene in qualche modo viene trascinata fuori dal suo guscio di solitudine, qualcuno è riuscito a creare una falla nel suo perfetto sistema, ed una volta aperta, si rende conto che non è affatto facile richiuderla, e che, forse, non ne ha nemmeno la volontà.

Questo libro è il racconto di una ricostruzione personale, di chi, avendo subito un grosso trauma, ha indossato una corazza per tenere lontano da se il dolore, ma che alla fine, ha tenuto lontano tutto, anche la vita vera.
Eleanor è una donna come tante, che si ritrova nella gabbia che ha costruito con le sue mani, e ne è talmente assuefatta da non accorgersi nemmeno di cosa si sia privata, fino al giorno in cui qualcuno, totalmente ignaro, la mette davanti all'evidenza.

Il linguaggio è semplicissimo, il punto di vista è sempre quello della protagonista, in tutto il libro, perché il viaggio è nella sua mente, tra i suoi pensieri, le sue sensazioni, nel suo modo di percepire il mondo che la circonda, ed è di una sensibilità disarmante, un po' come i ragionamenti che fanno i bambini: senza alcun filtro di "buona creanza", come se il cervello di Eleanor fosse rimasto inchiodato in quel giorno cruciale.

Bello, un libro che riesce a non essere pesante nonostante le tematiche trattate non siano affatto leggere, da leggere tutto d'un fiato per riuscire a capirla fino in fondo solo nelle ultime pagine.

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