venerdì 15 giugno 2018

Nuova Recensione: Mansfield Park - Jane Austen

2018 Ikigai Book Challenge - Estrazione 30/05

 
leggere un classico

Raggiungere l'obiettivo di questa quindicina è stato ben più complicato di quanto credessi: inizialmente, quando ho saputo di dover leggere un classico, ho pensato che sarebbe stato facile, avendo una vastissima scelta, poi, però, cominciando ad analizzare i titoli, la stessa vastità di opzioni è diventata un gran problema.
Alla fine, ho optato per la mia autrice preferita in assoluto, scegliendo di leggere qualcosa a me ancora sconosciuto:




"Mansfield Park", uno dei romanzi più noti e discussi di Jane Austen, narra la storia di Fanny Price. Adottata, ancora bambina, dagli zii Sir Thomas e Lady Bertram, Fanny viene accolta e allevata nella loro lussuosa proprietà di Mansfield Park. Qui cresce, parente povera in un ambiente d'élite, e misura tutta la distanza fra il proprio modello educativo - fondato sul senso del dovere, l'abnegazione, la virtù - e quello, in particolare, della spregiudicata Mary Crawford. Alla fine la protagonista sposerà il cugino Edmund, figlio di Sir Thomas, e con lui si stabilirà definitivamente a Mansfield Park. Al di là dell'apparente trionfo della morale tradizionale, la narrazione contiene un'implicita e corrosiva critica della cultura dominante del primo Ottocento: Fanny - suggerisce l'autrice - realizza, infatti, l'ascesa sociale al prezzo della negazione della propria libertà e spontaneità.


Lo trovate qui su Amazon Mansfield Park 

Io non sono un'amante della Austen, ne sono decisamente un'adoratrice! Adoro lo stile, le ambientazioni, i personaggi così ben delineati e caratterizzati in modo ineccepibile, ho amato fino ad ora tutto quello che ho letto nato dalla sua penna, e potrei ripetere dialogo per dialogo alcuni suoi scritti, ma in questo caso, non sono riuscita ad innamorarmi...

Ecco, non posso dire che non mi sia piaciuto, perché lo stile è quello di sempre, ma... Fanny!!! Non è la protagonista che ho amato in tutte le altre opere: Lizzy, Emma, Elinor e Marianne, erano dotate di una risolutezza nel carattere e di una forza interiore superiore a tanti degli uomini presenti nei loro libri, erano donne che vivevano il loro tempo anticipando però lo spirito del nostro: la Austen è da me amata forse proprio per questo, è stata una donna che non si è piegata alle convenzioni del suo periodo storico, non ricavandone certo la felicità, questo è vero, ma riuscendo comunque a rimanere per tutta la vita fedele alle sue idee.

Questa protagonista, invece, così giudiziosa, così arrendevole alla volontà di chiunque pur di rimanere nei limiti della creanza e delle buone maniere, non sono riuscita proprio ad amarla.

Che sia un'opera più matura rispetto alle altre che avevo già letto è evidente: i temi narrati non sono solo i corteggiamenti, i balli, le vicissitudini familiari, ma stavolta affrontiamo il tema dell'adulterio e del divorzio, che in altre occasioni non erano mai stati contemplati.

Nel complesso, quindi, è un libro che ho avuto piacere di leggere, ma che non rientrerà mai tra i miei preferiti. I personaggi, essendo forse visti in un'ottica diversa, mi sono sembrati stavolta totalmente sciocchi e poveri di spirito, fatti salvi Fanny ed Edmund, ma forse questa era proprio l'idea che l'autrice ci voleva trasmettere, inserendo così una critica senza parlarne chiaramente.

Il finale non mi ha convinto, non per la conclusione in se, quanto perché dopo tanto dettaglio sembra una chiusura buttata li in fretta e furia, troppo concisa e frettolosa.


Piccola nota cinematografica:
Questa sera, proprio mentre scrivo, sto guardando la sua trasposizione cinemato
grafica del 2008... ecco, questa non sta proprio ne in cielo ne in terra!
Sorvolando sul fatto che tutta la storia viene riveduta e corretta (il fratello adorato di Fanny non esiste ma viene sostituito con la sorella minore, Sir Thomas è un padre padrone senza nessuna forma di cuore, Fanny stessa è dotata di molto più carattere di quanto la Fanny del libro possa lontanamente immaginare), la cosa che più ho sentito come fuori luogo è stato il continuo ambio  manifestazioni di affetto in modo fisico... nel 1806??
L'unica cosa che non hanno cambiato è lo stile del finale, che sembra buttato li a casaccio, e che fa un effetto ancora peggiore che nel libro.
Non ce la posso fare... ogni volta dico che non dovrei vedere un film dopo aver letto il libro, ed ogni volta ci ricasco!!!




Nessun commento:

Posta un commento

Recensione: Principessa Saranghae - Diego Galdino

...E quando credevo di non ricordare nemmeno come entrare in questo blog... eccomi qua! Breve parentesi personale: Vi chiedo scusa. Sono pra...