domenica 3 novembre 2019

Recensione: Cell - Stephen King

Era un pomeriggio buio e tempestoso di novembre quando finalmente Ilaria riuscì a rimettere le mani sulla tastiera...

Sono sparita dalla circolazione e vi chiedo perdono, ma sono stata praticamente travolta dagli eventi, purtroppo non sempre è facile conciliare la vita di ogni giorno con le attività del blog, anche se vi assicuro che la lettura è sempre il mio pane quotidiano che mi conforta mentre cerco di correre dietro a tutto.

Cercando di recuperare tutto l'arretrato, oggi parto dalla fine, e vi parlo dell'ultima lettura conclusa: un libro un po' datato ormai, ma da un maestro del suo genere


Boston, primo ottobre. Tutto va bene. È un luminoso pomeriggio di sole, la gente passeggia nel parco, gli aerei atterrano quasi in orario. Per Clayton Riddell è il più bel giorno della sua vita. In quel preciso istante, il mondo finisce. A milioni, quelli che hanno un cellulare all'orecchio impazziscono improvvisamente, regredendo allo stadio di belve feroci. In un attimo, un misterioso impulso irradiato attraverso gli apparecchi distrugge il cervello, azzerando la mente, la personalità, migliaia di anni di evoluzione. In poche ore, la civiltà è annientata, l'homo sapiens non è mai esistito, lasciando al suo posto un branco di sanguinari subumani privi della parola. Ma questo è solo l'inizio.

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Vi indico il quadro generale: io sono quella che, mentre il marito guarda i film horror, ma anche semplicemente i thriller, si infila sotto le coperte e si tappa le orecchie perché le basta solo sentire le musiche e gli urli di sottofondo per non riuscire a chiudere occhio, tanta è l'ansia che le mettono; quindi, sulla base di questo vi sarà facile intuire con quale "tranquillità" ho affrontato questa lettura! 

Per la challenge di Ikigai mi era stato indicato l'obiettivo:

"Leggere un libro di un genere che di solito non leggeresti"

Io leggo veramente un po' di tutto, e con la challenge ho imparato man mano a cimentarmi anche con cose che generalmente non andrei a cercare, quindi non è stato facile trovare un genere preciso, ho deciso, perciò, di affrontare il maestro delle mie ansie peggiori, colui da cui ho sempre girato bene al largo.

In fin dei conti non è stato affatto difficile, ed anzi, ho apprezzato molto questo libro. La storia scorre senza difficoltà, ed anche le situazioni sono spesso disperate ed a tratti abbastanza splatter, sono condite da un umorismo un po' dark che mi ha fatto scoppiare a ridere da sola in più punti.  

Fonte stephenking.fandom.com

Il fatto di aver visto innumerevoli filma su zombie e catastrofi varie, sempre a causa del marito di cui sopra, mi ha fatto sembrare il tema un pochino scontato, ma credo che al tempo della sua uscita sia stato decisamente efficace: nel 2006 non c'erano ancora gli smartphone odierni, ma eravamo già moltissimi ad utilizzare i cellulari, ed ancora in tanti guardavano abbastanza sconcertati a questa diffusione. Oggi è praticamente impossibile trovare qualcuno che non ne sia dotato... quindi se l'impulso venisse dato ora praticamente saremmo tutti fritti!

E' sicuro un libro che può dare spunti di riflessione, perché al mondo d'oggi abbiamo sicuramente perso lo spirito di adattamento che ci consentirebbe di sopravvivere in una situazione simile a quella descritta: senza corrente, senza frigoriferi, lavatrici e collegamenti internet, ritornare a vivere in una condizione di base dopo che nell'ultimo secolo ci siamo adagiati nelle comodità sarebbe un'impresa che ben pochi riuscirebbero a fronteggiare.





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