venerdì 17 maggio 2019

Recensione: La famiglia Aubrey - Rebecca West

Buongiorno lettori,

sono piena di impegni in questo periodo, e prometto che da giugno le cose ricominceranno ad andare come prima, ma per ora mi trovo con pochissimo tempo a disposizione che sto impiegando nel portare avanti le letture, non me ne vogliate!!

Oggi vi parlo di una delle letture che non avevo recensito ad Aprile, cioè:


Gli Aubrey sono una famiglia fuori dal comune, nella Londra di fine Ottocento. Nelle stanze della loro casa coloniale, fra un dialogo impegnato e una discussione accanita su un pentagramma, in sottofondo riecheggiano continuamente le note di un pianoforte; prima dell’ora del tè accanto al fuoco si fanno le scale e gli arpeggi, e a tavola non si legge, a meno che non sia un pezzo di papà appena pubblicato. Le preoccupazioni finanziarie sono all’ordine del giorno e a scuola i bambini sono sempre i più trasandati; d’altronde, anche la madre Clare, talentuosa pianista, non è mai ordinata e ben vestita come le altre mamme, e il padre Piers, quando non sta scrivendo in maniera febbrile nel suo studio, è impegnato a giocarsi il mobilio all’insaputa di tutti. Eppure, in quelle staRose nze aleggia un grande spirito, una strana allegria, l’umorismo costante di una famiglia unita, di persone capaci di trasformare il lavaggio dei capelli in un rito festoso e di trascorrere «un Natale particolarmente splendido, anche se noi eravamo particolarmente poveri». È una casa quasi tutta di donne, quella degli Aubrey: la figlia maggiore, Cordelia, tragicamente priva di talento quanto colma di velleità, le due gemelle Mary e Rose, due piccoli prodigi del piano, dotate di uno sguardo sagace più maturo della loro età, e il più giovane, Richard Quin, unico maschio coccolatissimo, che ancora non si sa «quale strumento sarà». E poi c’è l’amatissima cugina Rosamund, che in casa Aubrey trova rifugio. Tra musica, politica, sogni realizzati e sogni infranti, in questo primo volume della trilogia degli Aubrey, nell’arco di un decennio ognuno dei figli inizierà a intraprendere la propria strada, e così faranno, a modo loro, anche i genitori. Personaggi indimenticabili, un senso dell’umorismo pungente e un impareggiabile talento per la narrazione rendono La famiglia Aubrey un grande capolavoro da riscoprire.

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La voce narrante della piccola Rose ci accompagna in questo viaggio nei suoi ricordi, ripercorrendo la storia della sua famiglia, nella quale il talento e la musica si intrecciano alla povertà ed alla ricerca del quotidiano sostentamento.
Rose ci racconta come sia diversa da quella degli altri la loro vita: degli esercizi musicali, di come la mamma affronti con coraggio il non potersi mai permettere un abito buono degno di essere definito tale, di come debbano sempre centellinare ogni scellino, di come nei loro continui trasferimenti dovuti al lavoro del padre abbiano sempre dovuto cercare di sbarcare il lunario e cercare di sostenersi chiedendo credito ai negozianti.
Il padre è, nonostante tutto, adorato dai propri cari, anche se consapevoli che la maggior parte delle loro disgrazie siano imputabili a lui ed alla sua completa inettitudine nella gestione del denaro.
"Era infatuato del denaro, per quanto non gli riuscisse di instaurarci un buon rapporto"
Tutti, affrontano la loro condizione a testa alta, anche i più piccoli, l'unica che sembra risentirne è Cordelia che, essendo l'unica in famiglia a non essere dotata di talento ottiene ottimi risultati, ma dove sente ancor di più quanto vorrebbe avere una vita come quella delle altre ragazze. 
"Cordelia avrebbe potuto rappresentare un problema. Tutti gli insegnanti la amavano, e questo era di cattivo auspicio. Non che Mary e io non amassimo la scuola, ma sapevamo che era il contrario del mondo esterno. Era l’errore più grande degli adulti, poiché immaginavano di preparare i bambini alla vita chiudendoli in un luogo dove tutto avveniva in maniera differente rispetto a qualsiasi altro luogo."
E' un libro che ricco di atmosfera, di momenti familiari unici, come quello del racconto del Natale, vissuto con il massimo della felicità per le piccole tradizioni di casa, i regali fatti a mano dai genitori, la gioia condivisa.
Io l'ho trovato interessantissimo, nonostante la dimensione e nonostante la struttura dei grandi classici... anche se è noto e stra-noto che io nei classici ci sguazzo...

La West ha saputo convincermi ed anche incuriosirmi, quindi non escludo che proseguirò la saga, preferibilmente in versione audio perché questa versione letta da Anna Bonaiuto è stata a tutti gli effetti un vero viaggio nel libro, emozionante e coinvolgente.
Inoltre, a questo punto, sono curiosissima di vedere nei capitoli successivi il crescere delle sorelle, così ragionevoli e sicure di sé anche se così piccole, perché sono sicura che crescendo diventeranno due "tipette" veramente interessanti.

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