domenica 17 febbraio 2019

Recensione: Un maledetto lieto fine - Bianca Marconero


Salve lettori,
oggi vi parlo dell’ultimo libro di Bianca Marconero edito da Newton Compton:

Un Maledetto Lieto Fine 



Agnese ha diciannove anni, è la figlia di un senatore piuttosto influente e ha ricevuto un'educazione rigida. Le piace disegnare ma ha messo i sogni nel cassetto e si è iscritta a Giurisprudenza. Dopo la morte della madre, ha imparato a nascondere a tutti i suoi veri sentimenti ed è diventata la classica ragazza ricca, perfetta, composta e fredda, ma in realtà piena di insicurezze. Quando la sua incapacità di lasciarsi andare allontana il ragazzo di cui è innamorata da anni, Agnese capisce di avere bisogno di aiuto. Vorrebbe qualcuno che le insegni a essere meno impacciata e Brando, il suo fratellastro appena acquisito, sembra proprio la persona giusta. Lui lavora di notte, suona in una band, e cambia ragazza ogni sera. Peccato che il bacio che i due si scambiano per "prova" sia lontano anni luce da un esercizio senza conseguenze. Così le loro lezioni di seduzione ben presto diventano qualcosa di più... Brando saprà insegnare ad Agnese che la lezione più importante di tutte è abbandonarsi alle emozioni? Basta un corso di "seduzione" per imparare a lasciarsi andare?
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Questo libro mi era stato indicato dalla stessa autrice come “il suo libro cattivo”, e questo, detto proprio da lei mi aveva decisamente incuriosita…
Di sicuro non è un libro come i precedenti: Bianca questa volta ha abbandonato quella che potremmo definire come la sua “confort zone”, per cimentarsi in un campo spinoso, complicato, ma non direi cattivo.

Trattasi sempre di storia d’amore, ma una di quelle che non sono tutte rose e fiori, che nascono tra quelle persone che hanno l’anima graffiata dal dolore, e che per questo non sono personaggi da fiaba.

Brando non è un principe: è un rocker, uno che urla nel microfono tutto il suo malessere, la sua rabbia per le perdite subite e per le persone che gli avvelenano la vita; scrive canzoni che gridano tutto ciò che è chiuso nel suo cuore e che nasconde in sé per non far soffrire chi ama.

“… c’è una differenza notevole tra un pezzo triste e un pezzo arrabbiato.
La tristezza rivela ciò che ci ha ferito, la rabbia è una dichiarazione di guerra.
La rabbia fornisce un’armatura e ha bisogno di un nemico…”

Agnese, dal canto suo, potremmo definirla una principessa difettosa: lei avrebbe le carte in regola per essere la principessa ideale, è ricca da far schifo, vive in un palazzo del Cinquecento all’interno di Villa Borghese (e se qualcuno di voi conosce Roma può capire bene di cosa parliamo!...), frequenta persone di un certo ceto, è bionda e bellissima… ma è spezzata dentro.

Sono due personaggi diversissimi tra loro, che quando riescono a conoscersi veramente, si combinano proprio come le tessere di un puzzle; la loro imperfezione rende questo amore caotico, litigioso, dispotico a volte, ma proprio per questo reale, terreno e terribilmente umano, perché l’uomo è tutto fuorché perfetto.

Sono sincera, il cambio di genere è notevole, le tinte sono più forti e le scene hot spesso esplicite, quindi all’inizio sono rimasta un po’ spiazzata, ma poi, con lo scorrere delle pagine ho ritrovato tutto quello che amo di questa autrice: lo stile mai artificioso, il suo modo di delineare talmente bene i personaggi al punto di poter chiudere gli occhi e trovarsi davanti la loro immagine, il “pallino” di creare sempre un collegamento, seppur piccolo, tra le sue storie, per fare in modo che tutte riescano a far parte di un unico grande panorama…
E niente, la Marconero con le parole ci sa fare, e quando un persona ha la capacità di scrivere, di raccontare, di portare il lettore dove vuole, può cimentarsi in qualsiasi genere, e questo lei l’ha dimostrato ampiamente tra fantasy, romance ed ora questo che punta decisamente al new adult.

Quindi, dopo essermi ripresa da un paio di shock di quelli belli forti, aver perso il sonno per finirlo, e versato ben più di qualche lacrima sul finale, non posso che continuare a consigliare sempre i libri di questa autrice, ciascuno bello e speciale in modo tanto diverso, e nell’attesa di leggere il prossimo (che spero arrivi presto) mi consolo cantando a squarciagola The fucking forever, visto che questa donna stavolta ci ha regalato anche la canzone…


p.s. Bianca, avevi detto che questo libro mi avrebbe probabilmente destabilizzato vista l’assenza di teste ricciolute, ma mettere in ballo un rocker che sfodera Minuetto di Mia Martini è stato veramente un colpo basso… come si può non adorarlo anche se non ha i ricci?

1 commento:

  1. Sono proprio felice che tu abbia letto anche questa storia, che era una necessaria (per mese) variazione sul tema. Felice anche che la mancanza di un certo tipo di testa non ti abbia turbata. Mettere un protagonista senza i ricci è in assoluto la cosa più spregiudicata che abbia mai fatto 😂😂 (un abbraccio!)

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