lunedì 26 novembre 2018

Recensione: Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio - Amara Lakhous

Ci sono volte in cui mi ritrovo ad ascoltare un libro senza un motivo particolare, perché ho l'ho scovato mentre ero a caccia di idee persa nei meandri del traffico, oppure perché sono stata semplicemente ispirata dalla grafica accattivante della copertina, altre perché l'autore è un nome noto o perché nel titolo c'è qualcosa che ha catturato la mia curiosità; ecco, il libro di cui parliamo oggi fa parte proprio di questa ultima categoria:


Omicidio a piazza Vittorio: una commedia all'italiana scritta da un autore di origine algerina. Questo romanzo di Amara Lakhous è una sapiente e irresistibile miscela di satira di costume e romanzo giallo imperniata su una scoppiettante polifonia dialettale di gaddiana memoria (il "Pasticciaccio" sta sullo sfondo segreto della scena come un nume tutelare). La piccola folla multiculturale che anima le vicende di uno stabile a piazza Vittorio sorprende per la verità e la precisione dell'analisi antropologica, il brio e l'apparente leggerezza del racconto. A partire dall'omicidio di un losco personaggio soprannominato "il Gladiatore", si snoda un'indagine che ci consente di penetrare nell'universo del più multietnico dei quartieri di Roma: piazza Vittorio. Forse basta mettere in scena frammenti di vita quotidiana intrecciati attorno all'ascensore, puntualmente all'origine di tante dispute condominiali, per comprendere il nodo focale del paventato, discusso, negato o invocato scontro di civiltà che assilla il nostro presente e il nostro futuro e infiamma il dibattito politico, sociale e religioso-culturale dei nostri giorni.

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Sono Romana, e nonostante abbia abbandonato la città eterna da parecchi anni al seguito del mio grande amore, sento che qualcosa di questa città rimarrà sempre vivo e pulsante dentro di me: forse accade un po' a tutti coloro che lasciano la proprie origine, ma a volte mi piace pensare che Roma con il suo fascino secolare abbia qualcosa di speciale, che non riesci a cancellare solo lasciandola.
Questo è stato uno di quei motivi che mi ha spinto ad ascoltare questo libro nonostante non avessi alcuna conoscenza né dell'autore né dello stile, ma solo perché il richiamo da questa Piazza dove sono passata tante volte in vita mia si è fatto sentire prepotentemente.

Non so quale sia la vostra conoscenza della Capitale, ma Piazza Vittorio Emanuele II è una delle
tante piazze storiche di cui è costellata: fulcro del quartiere Esquilino, un tempo era la piazza dove le giovani romane si recavano per acquistare il proprio abito da sposa, difatti i portici che le girano attorno erano un susseguirsi di negozi specializzati. Nel corso degli anni, però, complice la vicinanza della Stazione Termini (raggiungibile a piedi in pochi minuti), l'aspetto e il carattere della Piazza sono completamente mutati: oggi, con il suo mercato, è uno dei punti più multietnici di Roma, un vero e proprio crocevia di merci, gente e culture.

Ed è qui che l'autore ambienta il suo anomalo giallo: in un condominio di Piazza Vittorio, specchio perfetto della popolazione locale, viene ritrovato il corpo di un giovane detto "Il Gladiatore", e vengono prese le testimonianze di tutti i condomini.
Così, veniamo a conoscenza delle "verità" di ciascuno, così le chiama l'autore, tutte diverse, ma tutte legate dallo stesso filo conduttore: il pregiudizio.


Incontriamo la portinaia Napoletana che manderebbe a casa tutti gli "stranieri maleducati", il cuoco iraniano che odia a tal punto la pizza che ne farebbe vietare il consumo in pubblico, il banchista del Bangladesh che ha difficoltà di integrazione, il milanese trasferito che odia i terroni e la badante peruviana che annega i dispiaceri e si sente a casa solo quando nel giorno libero riesce ad interagire con i connazionali.

In questo microcosmo, c'è una figura sola che viene accettata e benvoluta in tutte le verità, a prescindere dall'appartenenza, ed è quella di Amedeo: lui, sposato con l'inquilina Stefania è benvoluto da tutto il condominio, perché conosce il modo di approcciarsi con ognuno di loro, ma è proprio lui che incredibilmente è al centro dei sospetti della polizia.

Tramite l'ascolto delle verità, ricostruiremo la figura di Amedeo, e riusciremo a dipanare la matassa dei sospetti, per giungere finalmente a conoscere il colpevole dello strano delitto.

Un libro scorrevole, con un fortissimo richiamo alla cara vecchia commedia all'italiana tanto osannata da uno dei personaggi, che da un fantastico spaccato di come lo stesso fatto possa essere interpretato tramite le molteplici sfumature dei nostri pregiudizi e delle nostre manie.



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