martedì 10 settembre 2019

Recensione: Resta anche domani - Gayle Forman


Oggi vi parlo un po' del libro che ho letto per l'obiettivo di questo mese della Ikigai Book Challenge 2019:

"Leggere un libro diventato film o serie tv"

Il libro che ho scelto stazionava da un po’ nella mia lista dei libri da leggere, perché subito dopo aver visto il film avevo sentito la curiosità di vedere se avessero rispettato o meno quanto immaginato dall’autrice, ma fino ad ora non avevo trovato l’occasione giusta per verificare, e visto l’obiettivo perfettamente calzante, ho finalmente trovato il modo di leggerlo.


Non ti aspetteresti di sentire anche dopo. Eppure la musica continua a uscire dall'autoradio, attraverso le lamiere fumanti. E Mia continua a sentirla, mentre vede se stessa sul ciglio della strada e i genitori poco più in là, uccisi dall'impatto con il camion. Mia è in coma, ma la sua mente vede, soffre, ragiona e, soprattutto, ricorda. La passione per il violoncello e il sogno di diventare una grande musicista, l'ironia implacabile di Kim e la scazzottata che ha inaugurato la loro amicizia, l'amore di un ragazzo che sta per diventare una rockstar e la prima volta che, tra le sue mani, si è sentita vibrare come un delicato strumento. Ma ricorda anche quello che non troverà al suo risveglio: la tenerezza arruffata di suo padre, la grinta di sua madre, la vivacità del piccolo Teddy, l'emozione di vivere ogni giorno in una famiglia di ex batteristi punk e indomabili femministe. A tanta vita non si può rinunciare. Ma cosa rimane di lei, adesso, per cui valga la pena restare anche domani?

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Cosa accade alla nostra anima quando il nostro corpo è in stato di coma?

L’autrice immagina che, in questa fase così delicata, la nostra anima, spirito, essenza o comunque vogliate chiamarla, sia lì a vedere tutto ciò che accade e, soprattutto, per decidere se voglia rimanere o abbandonarci definitivamente.
Non è certo un tema nuovo, ma ricordo che quando vidi il film rimasi abbastanza colpita dal modo in cui era stato affrontato: senza sconti, senza delicatezze inutili, ma mettendo lo spettatore di fronte alle valutazioni di Mia se fosse meglio andare o restare.

Se questa era l’impressione del film, quella del libro è ancora più forte: Mia analizza i fatti, non si dispera, esamina la situazione con distacco e calma quasi irreali, per capire se e come svegliarsi. Osserva la sua famiglia, i suoi amici, le infermiere, i medici, e si pone
domande, tante domande… mettiamola così: il messaggio che io ho recepito da questo libro è che la vita, messa su un tavolo ed osservata è un gioco che a conti fatti spesso non varrebbe la pena di giocare, ma se invece di analizzare i fatti si guarda ai sentimenti, agli affetti, a quella smisurata forza che può essere l’amore, allora cambia tutto, cambia la percezione degli eventi e soprattutto cambia il peso che anche una sola persona può avere sulla nostra esistenza.

Non è la logica né la convenienza a spingere le persone a scegliere di condividere i propri anni, ma il sentimento che li lega, e se guardiamo alla rete di affetto ed amore che una vita riesce ad intrecciare, ci sarà sempre qualcuno per cui valga la pena di restare, anche solo per non vederlo soffrire.

In generale è un libro che ho apprezzato: non molto lungo, anche perché è la narrazione dei pochi giorni di coma di Mia, e affronta con la giusta percezione la situazione, senza troppe sdolcinatezze e tanti fronzoli.



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