Il Grande Gatsby è spesso citato tra i titoli da leggere almeno una volta nella vita, ed è proprio trovandolo in uno di questi elenchi che ho deciso di cimentarmi nel suo ascolto nella versione a cui ha dato voce il ben noto Claudio Santamaria.
- Titolo: Il Grande Gatsby
- Autore: Francis Scott Fitzgerald
- Editore: Emons Edizioni
Fitzgerald non ci porta in una grande storia d'amore, almeno non principalmente, bensì nella cronaca di un grande fallimento.
Gatsby è un uomo che ha vissuto la sua intera esistenza incastrato nel ricordo, abbagliato dalla sua immagine, ed è rimasto bloccato mentalmente e sentimentalmente in quel tempo; intorno a lui il fasto della New York degli anni 20, prima della grande recessione: lusso, feste ed alcol, ville a cui tutti accedono per divertirsi senza nemmeno conoscere realmente il padrone di casa, con profondo distacco da quella che è la vita della gente comune.
Tutto è apparenza, tutto è sfarzo, e tutto serve per lui a riportare la sua Daisy al suo fianco, convinto che una volta ritrovati, tutto sarebbe ricominciato da dove si erano lasciati; ma tante cose sono cambiate, il mondo, la vita e la stessa amata, che ormai ha un'altro uomo accanto a se, e che crede di averlo perso per sempre.
Tutta la storia ci viene raccontata da Nick Carraway, giovane rientrato in patria dopo la guerra, che si trasferisce a West Egg cercando di farsi una nuova vita lavorando a New York, trovandosi casualmente a vivere in una piccola casa confinante proprio con la faraonica proprietà di Gatsby. Nick, è anche cugino di Daisy, la quale vive in una villa dall'altra parte dello stretto con suo marito Tom, ma già dalla sua prima visita presso casa loro, si rende conto che nel loro matrimonio c'è qualcosa che non va, e non tarderà ad averne la prova facendo la conoscenza diretta dell'amante di Tom.
Nick, diventa l'anello di congiunzione tra Gatsby e Daisy, in un turbine di eventi che avranno un ben strano epilogo, mostrandoci la natura dei personaggi coinvolti in tutta la loro miseria.
A mio giudizio, gli unici personaggi da salvare sono proprio Nick e Gatsby, gli unici che reputo fedeli a se stessi e giustificabili in qualche modo delle loro azioni, calcolando che entrambi sono reduci dal conflitto mondiale che ha stravolto le loro esistenze in qualche maniera. Gli altri, invece, sono solo tanti ingranaggi del sistema, che non tengono in nessun conto i loro reali sentimenti, bensì badano solamente al loro tornaconto personale.
Tutto il libro è un grande racconto di solitudine: solitudine durante le grandi feste a casa Gatsby, dove nessuno si conosce e nessuno fa realmente conoscenza, solitudine di Daisy nel suo matrimonio tanto bello e tanto vuoto, solitudine di Gatsby, che solo Nick avrà cuore di cercare di riempire anche se non ci riuscirà nemmeno per l'estremo saluto.
Un libro bello, che mi ha conquistata e per cui vale la pena di soffrire un po' nella parte iniziale, che ho trovato un po' lentina e troppo descrittiva, perché una volta partito ripaga decisamente lo sforzo.
Tutta la storia ci viene raccontata da Nick Carraway, giovane rientrato in patria dopo la guerra, che si trasferisce a West Egg cercando di farsi una nuova vita lavorando a New York, trovandosi casualmente a vivere in una piccola casa confinante proprio con la faraonica proprietà di Gatsby. Nick, è anche cugino di Daisy, la quale vive in una villa dall'altra parte dello stretto con suo marito Tom, ma già dalla sua prima visita presso casa loro, si rende conto che nel loro matrimonio c'è qualcosa che non va, e non tarderà ad averne la prova facendo la conoscenza diretta dell'amante di Tom.
Nick, diventa l'anello di congiunzione tra Gatsby e Daisy, in un turbine di eventi che avranno un ben strano epilogo, mostrandoci la natura dei personaggi coinvolti in tutta la loro miseria.
A mio giudizio, gli unici personaggi da salvare sono proprio Nick e Gatsby, gli unici che reputo fedeli a se stessi e giustificabili in qualche modo delle loro azioni, calcolando che entrambi sono reduci dal conflitto mondiale che ha stravolto le loro esistenze in qualche maniera. Gli altri, invece, sono solo tanti ingranaggi del sistema, che non tengono in nessun conto i loro reali sentimenti, bensì badano solamente al loro tornaconto personale.
Tutto il libro è un grande racconto di solitudine: solitudine durante le grandi feste a casa Gatsby, dove nessuno si conosce e nessuno fa realmente conoscenza, solitudine di Daisy nel suo matrimonio tanto bello e tanto vuoto, solitudine di Gatsby, che solo Nick avrà cuore di cercare di riempire anche se non ci riuscirà nemmeno per l'estremo saluto.
Gatsby credeva nella luce verde, al futuro orgiastico che anno dopo anno indietreggia di fronte a noi. Ci è sfuggito allora, ma non importa - domani correremo più forte, allungheremo ancora di più le braccia... e una bella mattina... Così remiamo, barche controcorrente, risospinti senza sosta nel passato.
Un libro bello, che mi ha conquistata e per cui vale la pena di soffrire un po' nella parte iniziale, che ho trovato un po' lentina e troppo descrittiva, perché una volta partito ripaga decisamente lo sforzo.
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