mercoledì 18 marzo 2020

Recensione: Cavie - Liliana Marchesi

Cerchiamo di approfittare della quarantena per fare qualcosa di utile, e quindi recuperiamo l'immenso arretrato che avevo accumulato nei mesi precedenti.

Ad Novembre (... non uccidetemi) mi ero goduta un altro bel libro di Liliana Marchesi:

Cora si risveglia all'interno di una teca di cristallo. Non sa dove si trova, come sia finita lì dentro, e soprattutto non ne capisce il perché. Ma non è sola. Con lei ad affrontare lo stesso incubo c'è Kurtis, un ex soldato che sembra essersi risvegliato poco prima e che, come lei, sembra non ricordare nulla. Hanno tutti e due degli strani tatuaggi sul braccio e ben presto capiranno di essere finiti in un labirinto di prove al limite della sopravvivenza, e che avranno bisogno l'uno dell'altra per superarle. E mentre poco alla volta i ricordi iniziano a riaffiorare, e scomode verità a emergere, dovranno dare fondo a tutte le loro abilità e a ogni goccia del loro coraggio per poter sopravvivere al folle esperimento in cui sono stati catapultati. E scoprire quali segreti si celino dietro quello che viene chiamato "Progetto Pentagono".

Disponibile qui su Amazon

Questo libro è una corsa che dalle prime righe ti trascina fino all'ultima pagina: Cora e Kurtis si risvegliano in un mondo surreale, non ricordano come sono arrivati li e perché, sanno solo che tutto ha l'aria di essere un folle videogame in cui loro purtroppo sono i bersagli, costretti a cercare di sopravvivere nelle situazioni più assurde; è uno di quei libri che mentre lo leggi ti fa già immaginare le scene di un'eventuale film che ne potrebbe essere tratto, di quelli tutti adrenalina.

Mi sembra di essere in un incubo che invece di dissolversi e cedermi al risveglio, mi tiene prigioniera nel suo regno di ombre

Lo stile della Marchesi è quello di sempre, semplice e senza inutili fronzoli, l'unico che riesce a farti ritrovare esattamente al centro della scena, spalla a spalla con i protagonisti. Io la apprezzo tantissimo, un chiaro esempio di quanto il distopico italiano sia presente e fatto bene, anche se i grandi editori spesso portano alla ribalta nomi stranieri con pessime traduzioni, ma questa è tutta un'altra storia...
Lei fa il suo mestiere e lo fa sempre bene, con personaggi ben descritti ed ambientazioni dettagliate al punto giusto, con dialoghi molto "terreni" e senza paroloni, puntando su chiarezza e semplicità senza che, però, nulla sia lasciato al caso.

Per le ambientazioni di questa storia abbiamo puntato sul motto "claustrofobia portami via" partendo dalla bara di cristallo per arrivare poi ai bunker, quindi se siete sensibili alla cosa, non si mette molto bene per voi, però io li ho trovati perfettamente calzanti al tono ed al ritmo del libro... insomma un po' d'ansia ci vuole, no? Altrimenti che fuga è?

Ogni riga è pura ansia e spossamento, così come per i due poveri protagonisti, mantenendo in noi l'attenzione e l'attesa fino al finale, l'unica parte che mi ha fatto storcere un po' il naso, in quanto ci ha liquidati veramente in gran fretta. 

Questo finale velocissimo mi fa sperare in un seguito.... 

perché ci sarà un seguito vero diabolica donna che non sei altro?????



Nessun commento:

Posta un commento

Recensione: Principessa Saranghae - Diego Galdino

...E quando credevo di non ricordare nemmeno come entrare in questo blog... eccomi qua! Breve parentesi personale: Vi chiedo scusa. Sono pra...