Esiste un sottile piacere nel rileggere un libro che hai
amato profondamente: è un po’ come tornare in un luogo che hai visitato e del
quale conservi bei ricordi, come quando, riaprendo la casa delle vacanze, togli
i teli dai mobili e per ognuno rivedi nella tua mente le immagini dei tempi
passati.
È con questa sensazione che ho affrontato la rilettura di
Wonder per la Challenge, ed ho riscoperto con piacere quelli che già la prima
volta mi erano sembrati i punti di forza di questa storia:
Fonte Pinterest |
La forza principale di questo libro consiste, secondo me, nel
rappresentare un concerto di emozioni, e non limitarsi alla sofferenza ed il
pietismo: sono descritte quelle di August, naturalmente, ma anche quelle di
tutti coloro che, in un modo o nell’altro, si trovano a contatto con lui, ed
affrontano ciascuno alla loro maniera le problematiche e le situazioni che
scaturiscono da questa frequentazione.
Rileggendo ho riscoperto quale dei personaggi avevo più
apprezzato: Via, Olivia, la sorella di August. È lei quella che, nella sua
normalità, ho sentita più vicina. L’essenza di Via consiste nel convivere con
il fratello dal giorno fatidico in cui è venuto al mondo portandosi dietro
questo enorme “carrozzone di sentimenti”, con la consapevolezza di tutti i suoi
bisogni speciali, con l’accettazione di dover passare necessariamente in
secondo piano negli affetti e nelle urgenze familiari, ma allo stesso tempo non
riuscire a non soffrirne, come è giusto che sia.
Ho amato il suo adorare Auggie ma, contemporaneamente,
cercare di avere uno spazio senza di lui, dove poter permettersi di essere
semplicemente Olivia, e non Via, la sorella forte e coraggiosa. Perché in fondo
è così che penso si senta chiunque nel mondo reale in una situazione simile:
combattuto tra il sentirsi molto sfortunato per essere costretto ad affrontare
cose così difficili, o sentirsi immensamente fortunato di aver ricevuto una
persona tanto speciale, meravigliosa ed unica nella propria vita.
E poi… il Sisgnor Kiap ed i precetti del Signor Browne!!!
Quanto vorrei che tutti avessimo la possibilità di incontrare insegnanti come
questi: così semplici e così bravi, i quali con poche semplici parole ed esempi
riescono a portare i propri alunni esattamente alla conclusione voluta…
“La grandezza non risiede nell’essere forti, ma nel giusto uso che si fa della forza.È il più grande colui la cui forza trascina il maggior numero di cuori grazie al richiamo del proprio.”
(Hanry Ward Beecher)
È un libro che emoziona e commuove pagina dopo pagina, che
fa spesso sentire stupidi, persi nei meandri di quelle che ogni giorno ci
sembrano enormi preoccupazioni, ma che poi, a conti fatti, non hanno poi tutta
questa importanza; un libro di quelli che dovremmo leggere, … e rileggere, …. E
leggere ancora periodicamente, per ricordarci cosa vuol dire essere Umani, e
l’immenso valore della gentilezza.
p.s. io tanto per cominciare, credo che sull’agenda del
prossimo anno appunterò i precetti del Sig. Browne all’inizio di ogni mese,
tanto per essere sicura di non dimenticare…
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