lunedì 30 ottobre 2017

Recensione: Mio fratello rincorre i dinosauri - Giacomo Mazzariol

Recensione... una parola grossa...




Hai cinque anni, due sorelle e desidereresti tanto un fratellino per fare con lui giochi da maschio. Una sera i tuoi genitori ti annunciano che lo avrai, questo fratello, e che sarà speciale. Tu sei felicissimo: speciale, per te, vuol dire «supereroe». Gli scegli pure il nome: Giovanni. Poi lui nasce, e a poco a poco capisci che sí, è diverso dagli altri, ma i superpoteri non li ha. Alla fine scopri la parola Down, e il tuo entusiasmo si trasforma in rifiuto, addirittura in vergogna. Dovrai attraversare l'adolescenza per accorgerti che la tua idea iniziale non era cosí sbagliata. Lasciarti travolgere dalla vitalità di Giovanni per concludere che forse, un supereroe, lui lo è davvero. E che in ogni caso è il tuo migliore amico. Con Mio fratello rincorre i dinosauri Giacomo Mazzariol ha scritto un romanzo di formazione in cui non ha avuto bisogno di inventare nulla. Un libro che stupisce, commuove, diverte e fa riflettere.


Insomma, è la storia di Giovanni, questa. Giovanni che ha tredici anni e un sorriso piú largo dei suoi occhiali. Che ruba il cappello a un barbone e scappa via; che ama i dinosauri e il rosso; che va al cinema con una compagna, torna a casa e annuncia: «Mi sono sposato». Giovanni che balla in mezzo alla piazza, da solo, al ritmo della musica di un artista di strada, e uno dopo l'altro i passanti si sciolgono e cominciano a imitarlo: Giovanni è uno che fa ballare le piazze. Giovanni che il tempo sono sempre venti minuti, mai piú di venti minuti: se uno va in vacanza per un mese, è stato via venti minuti. Giovanni che sa essere estenuante, logorante, che ogni giorno va in giardino e porta un fiore alle sorelle. E se è inverno e non lo trova, porta loro foglie secche. Giovanni è mio fratello. E questa è anche la mia storia. Io di anni ne ho diciannove, mi chiamo Giacomo.


Scrivere una recensione in certi casi mi pare veramente superfluo, ci sono libri che almeno una volta nella vita andrebbero letti, e andrebbero soprattutto fatti leggere ai nostri figli, e questo è sicuramente tra  quelli.
 

Giacomo ci porta con incredibile naturalezza nel focolare domestico, nel suo mondo di bimbo che viene travolto da un mini-ciclone familiare, in questa famiglia cosi calorosa e colorita che scatena in noi tanti tanti ricordi di fanciullezza, ma soprattutto ci porta tra le difficoltà che incontra una famiglia alle prese con una notizia del genere.
Non so quanti di voi hanno avuto a che fare nella loro vita con la disabilità, non solo fisica, ma anche mentale... ecco, in una casa tutto viene ricalibrato a seconda delle difficoltà del familiare, tante piccole cose del quotidiano devono essere fatte a sua misura, o comunque a suo ritmo.
Quello che ho apprezzato del racconto di Giacomo è la schiettezza, il non preoccuparsi di essere giudicato nell'ammettere candidamente che lui, quel fratello, per anni non lo ha accettato, si è vergognato, lo ha tenuto nascosto; perché secondo la morale comune, non puoi permetterti questo lusso, se un tuo familiare ha una disabilità lo devi amare, a prescindere, lo devi supportare e lo devi curare, poi mica vorrai stare a sottilizzare se i tuoi "amabili" compagni di scuola ti prendono in giro, se un tesoro come Giovanni non può nemmeno giocare tranquillo in un parco giochi senza venire preso di mira dal cretino di turno...
Siamo tutti abituati a lavarci le coscienze, a tenere ben chiusi fuori dalla porta i problemi degli altri, perché altrimenti corriamo il rischio di corrompere la nostra perfettissima quiete, Giacomo e Giovanni ci dimostrano che la quiete c'è anche in casa loro, che anche quando non si è la famiglia del Mulino Bianco l'importante è che ci si ami, che ci accetti, e che prima di ogni cosa si faccia lo sforzo di accettare gli altri ed il loro modo di vedere il mondo.

"amare un fratello non vuol dire scegliere qualcuno da amare, ma ritrovarsi accanto qualcuno che non hai scelto ed amarlo. Ecco, scegliere di amare, non scegliere la persona da amare..."

Giacomo Mazzariol ha 20 anni, ma ci insegna tanto tanto tanto, lui e la sua meravigliosa famiglia: il mondo va guardato con gli occhi degli altri se li vogliamo veramente capire.
Giovanni è la semplicità, è il mondo senza le costrizioni della società e della morale comune, per lui è tutto lineare, se una cosa non gli piace, se un regalo non è di suo gusto, lo dice, se non ha voglia di fare una cosa, non la fa, senza pensare che sarebbe meglio farlo o che cosa penseranno gli altri di lui.

 

"Nella vita ci sono cose che si possono governare, altre che bisogna prenderle come vengono. E' talmente più grande di noi, la vita. E' complessa, ed è misteriosa... L'unica cosa che si può sempre scegliere è amare, amare senza condizioni...

 
 e niente... dopo tutto questo non so voi... ma io mi sento piccola piccola....


 





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